Le ombre dell’eterologa

Alterare la normale interazione tra figlio e madre nella gravidanza porta a gravi problemi. Intervista a Giuseppe Noia

È solo di pochi mesi fa l’annuncio che, teoricamente, prendendo due cellule di maschio, trasformandole in embrione e ovulo, e facendole incontrare in provetta, si può ottenere un figlio senza bisogno della donna (e viceversa). È una delle tante notizie choc che si susseguono quasi quotidianamente nel campo della biologia della riproduzione: maternità surrogata in testa. In pochi decenni il cambiamento di prospettiva, nella società è  stato enorme, velocissimo. Ma forse conviene riflettere un po’ anche su quello che ci perdiamo. Lo facciamo con Giuseppe Noia, direttore del Day hospital di ginecologia e medicina fetale del Gemelli di Roma. Uno dei pochi posti dove si accolgono le mamme che vogliono “accompagnare” i propri bambini terminali.

Qual è rapporto tra madre e feto, secondo le ultime ricerche? La fecondità è stata staccata dalla sessualità con la pillola, e dalla vita di coppia con la fecondazione artificiale. Ma la simbiosi materno-fetale determina il destino di quell’essere umano, non solo fino alla nascita, ma per tutta la vita. Molti non sanno

che nei primi 8 giorni dopo il concepimento l’interazione tra figlio e madre determina il peso alla nascita, quindi il futuro del bambino: se uno nasce sottopeso, infatti, avrà problemi nell’infanzia, nell’adolescenza e nella vita adulta. Chi ha il diabete o problemi vascolari vada a controllare il suo peso alla nascita: se è meno di due chili, probabilmente la causa è quella. Il peso dipende dalla placentazione, la quale a sua volta dipende dal rapporto che l’embrione ha con la madre prima dell’impianto. Quindi perché separare madre e figlio? La scienza non è la medicina del desiderio. La scienza è rispetto dei fenomeni naturali, che non sono dettati da una visione antropologica teistica. Quando c’è separazione psicologica o fisica tra madree figlio, il bambino soffre, e noi vorremmo accentuare ancora di più questa separazione creando separazioni artificiali dove il figlio addirittura non ha più la madre?

Stessi problemi nell’eterologa? Nell’ovulo-donazione nessuno dice che quando usiamo un ovulo estraneo si generano problematiche vascolari gravissime: le donne che ricevono gli ovuli hanno problemi di pre- eclampsia (una complicazione vascolare ipertensiva molto seria per la madre e per il figlio) 7 volte superiori al normale, perdono l’utero perché ci sono forme di placenta accreta (forma di placentazione con estrema penetrazione nel tessuto muscolare dell’utero) con sanguinamento, per cui si deve togliere l’utero alla nascita. Su queste cose sono stato al Senato, prima della legge sulle unioni civili, perché tutti volevano informazioni sulla step child adoption. Mi sono limitato a far parlare la scienza, prendendo 10 anni di letteratura scientifica e verificando cosa succede nell’ovulo-donazione. Ci sono problemi per chi dona gli ovuli, il 12% di probabilità di perdere la fertilità o rischio di tumore al seno, ma nessuno ne parla. Eppure decine di lavori scientifici confermano questo. Ma anche chi riceve l’ovulo ha problemi di compatibilità, può esprimere disordini ipertensivi oppure perdere l’utero. Infine nei bambini c’è un’alta incidenza di nascite premature e di esposizione al danno cerebrale. La scienza è utile solo quando sta dalla nostra parte, quando invece ci indica cose che non dovremmo fare, meglio non seguirla

È un discorso controcorrente… Alla base di molta sterilità, oggi in aumento, ci sono comportamenti sbagliati. Aumenta la patologia del desiderio, aumenta l’anorgasmia, aumenta l’impotenza: tutti figli di comportamenti sbagliati, di atteggiamenti diseducativi, per cui è inutile che ce la prendiamo con i giovani. Siamo noi adulti che con i nostri comportamenti educhiamo i giovani a un atteggiamento errato. È un problema antropologico, non religioso. Come vedo l’uomo? Lo vedo con meraviglia: «Ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non si è stancato dell’uomo», diceva Tagore. D’altra parte non posso fare a meno di rilevare che in Italia la fecondazione artificiale è diventata la prima causa certificata di morte degli individui, perché perdiamo il 91% dei feti trasferendoli, col congelamento ne perdiamo il 92%, con la diagnosi pre-impianto il 93%. Tutte tecniche collegate alla fecondazione in vitro. Inoltre il 92% delle diagnosi prenatali con sindromi di Down vengono indirizzate all’aborto eugenetico. È questo il futuro che vogliamo per i nostri figli? Qual è la cultura della vita e quale quella della morte?

 

 

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