Le Olimpiadi invernali delle Alpi
Una novità assoluta nella storia delle Olimpiadi. Non una, non tre città, ma un intero territorio candidato per il 2026, edizione invernale: la montagna, le Alpi. Giovanni Malagò, alla guida del Coni, ha presentato nelle scorse ore la proposta ufficiale al Cio, per uscire dall’impasse che voleva una scelta, difficilissima per motivi politici e organizzativi, tra Milano, Torino e Cortina, Piemonte, Lombardia e Veneto. Cinque mesi di tira e molla per arrivare, molto probabilmente, a una soluzione che vuole esaltare un territorio unico nel mondo, l’arco alpino che è cerniera e non barriera d’Europa. E può così vincere una sfida che le tre avrebbero avuto molto dura. Ottime in molti settori, ma non eccellenti e dunque fragili da sole di fronte alla scelta del Cio.
Le Olimpiadi invernali delle Alpi possono essere una straordinaria occasione per mostrare al mondo la coesione tra le montagne, tra i borghi alpini e le città, fra le tradizionali capitali del turismo invernale e dello sci. Una opportunità che va colta e consolidata dai territori e dal Coni, accettata e votata dal Cio quale modello nel mondo di unitarietà, condivisione, rete grazie alle Alpi, cerniera d’Europa.
Più convinti i Governatori di Veneto e Lombardia, Zaia e Fontana, aperto al confronto il Presidente del Piemonte Chiamparino. Più rigida la posizione della Sindaca di Torino Appendino che nell’ultimo mese ha faticato non poco a spiegare della bontà della candidatura (solo torinese, secondo la prima cittadina) ai suoi compagni di partito. I Consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle si sono spaccati e a costruire il dossier è stata ufficialmente l’Unione montana Comuni Olimpici Via Lattea con il Sindaco di Sestriere Marin a guidare il processo.
Oggi la situazione pare cambiare, con tre città che il Coni mette sullo stesso piano. Alle quali chiede di unirsi, di fare squadra ovviamente, prendendo i pezzi migliori dai tre iniziali dossier, cercando un risparmio notevole e di ottimizzare le forze. Così Torino può mettere in campo le migliori eccellenze mostrate al mondo nei Giochi del 2006. Milano con la Valtellina può esaltare l’eredità dell’Expo e puntare su Bormio. Cortina, già sede olimpica nel 1956, può invece valorizzare la tradizione ludico-sportiva e lo charme della capitale delle Dolomiti. Non senza Venezia e le grandi città del nord, “capoluoghi” dei fondovalle alpini, da Bergamo a Vicenza, passando per Padova, Cuneo, Brescia, Verona, chiamate a fare, non marginalmente, da incoming turistico con grandi eventi a corollario dei Giochi invernali.
Va detto che quanto sta nascendo sotto la guida di Malagò ha peraltro già un contesto istituzionale nel quale si muoverebbero appunto le Olimpiadi delle Alpi. È Eusalp, la Strategia macroregionale alpina che sta prendendo corpo e compie quattro anni a gennaio. Eusalp – nata con altre tre Strategie territoriali europee per volontà della Commissione e della Dg Regio – è per quasi la metà del suo territorio e della popolazione italiana. Eusalp, 70 milioni di abitanti, 48 Regioni, è un’area unica, importantissima per la coesione europea all’interno della quale si possono fare, in vista proprio dei Giochi del 2026, una serie di grandi investimenti su trasporti e collegamenti ferroviari, reti intelligenti di energia, le smart grid, e sulla cultura come cifra dell’unitarietà della proposta. Non è un caso che Parlamento e Commissione UE stiano lavorando a un’Agenda Montagna verso la nuova programmazione 21-27. È un segnale della nuova, inedita attenzione per i territori non urbani ispirata in primo luogo dalle necessità alpine.
Le Olimpiadi delle Alpi unirebbero dunque le aree montane ai grandi capoluoghi del fondovalle. Città e montagna devono trovare nuovi rapporti che esaltino le specificità territoriali. La candidatura inoltre non può non ripartire dal grande lavoro fatto da Torino e dalla Via Lattea in occasione dei Giochi del 2006, tra infrastrutture, impegno dei volontari, perfetta macchina organizzativa, impegno decisivo dei Sindaci e delle Amministrazioni. Torino, non da sola. Le Olimpiadi delle Alpi fanno perno sulle montagne, dove grandi perle dello sport e del turismo, si uniscono a splendidi borghi che rinascono grazie a nuovi investimenti pubblici e privati. Lo sport può unire la politica. Eusalp, le Alpi, sono lo scenario perfetto per le imprese sportive e per una forte, duratura, rete istituzionale.