Le nuove stelle danzanti della Scala

Il vivaio del corpo di ballo del celebre teatro milanese, in tournèe, con uno spettacolo che attraversa la storia del balletto: è l'omaggio ai grandi coreografi del ‘900
La performance Evening songs

Sono giovanissimi, e sono presentati come le eccellenze e i migliori talenti che si formano nella prestigiosa scuola di ballo dell’accademia Teatro alla Scala, divenuta negli anni un privilegiato “vivaio” per il corpo di Ballo del prestigioso tempio della musica italiana. Ritenuti tra le più importanti compagnie in Italia e all’estero sono  in tournèe con uno spettacolo dal titolo quanto mai appropriato per la loro esperienza: Nuove Stelle. Il programma di coreografie attraversa la storia del balletto dall’Ottocento fino ai nostri giorni ed è firmato da quattro grandi maestri: Marius Petipa, Roland Petit, Jiří Kylián e Angelin Preljocaj.

La performance inizia con Evening Songs creato nel 1987 da Jirí Kylián, artista di origine ceca, indiscusso protagonista della danza contemporanea, anima del Nederlands Dans Theater sin dal 1973. Il balletto, per tre coppie di danzatori, introduce elementi di danza folk sulle note di Antonín Dvorák. Come era già avvenuto nel 1978 con Sinfonietta, Kylián sceglie composizioni di un celebre connazionale per accompagnare una sua creazione.

Larmes blanches creazione del 1985 del franco-albanese Angelin Preljocaj, vede su un palcoscenico avvolto dal buio, due coppie di danzatori che evocano le trappole della vita quotidiana in cui scivolano le relazioni amorose, alternando gesti meccanici e spezzati a movimenti più rotondi e sinuosi. Il contrasto fra suoni ansiogeni, prodotti da voci distorte e dall’insistente ticchettio di un metronomo, e l’elegante atmosfera barocca delle musiche di Bach, Balbastre e Purcell risalta anche nei costumi, neri pantaloni lucidi e stretti abbinati a morbide camicie bianche dagli ampi jabots.

Gymnopédie rappresenta l’omaggio a Roland Petit, scomparso recentemente. Fu creato dal grande coreografo francese per il Balletto nazionale di Marsiglia sugli omonimi tre pezzi per pianoforte di Erik Satie. La coreografia nacque inizialmente per Ma Pavlova, del 1986, e venne poi sviluppata per Tout Satie, spettacolo – o dance concert, come lo chiamava Petit – in un solo atto, del 1988. Si chiude con un classico, Il Regno delle ombre da La Bayadère di Marius Petipa, creazione del 1877 con le musiche di Ludwig Minkus. La coreografia costituisce un caposaldo del repertorio romantico in cui particolarmente vivo è il gusto per l’esotismo, il soprannaturale e il sentimentalismo.
 
Al teatro Olimpico di Roma per il Festival Internazionale di danza dell'Accademia Filarmonica Romana.

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