Le novità del weekend

Escono in media nove film alla settimana, ne abbiamo scelti alcuni tra quelli più profondi e suggestivi come "Anime nere", "Se chiudo gli occhi non sono più qui", "Un ragazzo d’oro" e "Resta anche domani"
Anime nere

Anime nere

Il romano Francesco Munzi, 44 anni, è autore impegnato e attento al sociale, in particolare al dramma del dolore come ha dimostrato nel film d’esordio, bellissimo, Saimir e nel successivo Il resto della notte. Questo, presentato a Venezia dove ingiustamente non ha ricevuto alcun premio, è andato invece molto bene a Toronto, inscena in una Calabria percorsa da vendette ataviche un noir duro e cupo, attraversato da luminosità scure per quasi tutta la durata del film.

Tre fratelli, uno rimasto in paese con le pecore, gli altri due emigrati a Milano, dove si sono rifatti una vita migliore anche se collegata al sottobosco dell’illegalità. Il figlio del fratello maggiore è sanguigno e vendicativo e si innesca così la serie delle vendette. Il film alza il tono come una tragedia greca, dal fato ineluttabile in un mondo antico ma pur sempre presente e vivo.

Recitato da attori non professionisti, da comparse calabresi, scarno e scabro, con intensi primi piani ed interni teatrali, il lavoro di Munzi è lacrime, sangue, stupore di chi non conosce questo mondo atavico (Barbora Bobulova, la moglie del fratello milanese) e ha una efficacia narrativa che colpisce in profondità lo spettatore, senza dargli soluzioni. Da non perdere.

 

Se chiudo gli occhi non sono più qui

Vittorio Moroni filma un racconto di formazione del sedicenne Kiko, orfano di padre italiano e con la madre filippina che vive col compagno Ennio, un uomo pesante che il ragazzo non sopporta. Per eluderne la durezza, trova rifugio in un vecchio camion abbandonato e lì si lascia andare ai suoi sogni, finché un vecchio amico del padre lo avvicina. Nasce così una intensa amicizia con quest’uomo (il bravissimo Giorgio Colangeli) che però nasconde un segreto. Kiko imparerà a crescere. Moroni usa la mano delicata e gli attori lo seguono. Il film è poetico, anche lirico, il che attenua le durezze e i dolori del racconto. Da non perdere.

 

Un ragazzo d’oro

Pupi Avati si ripresenta con una accentuata vena di tristezza, raccontando di un figlio che riscopre la paternità, dopo il suicidio del padre, uno sceneggiatore di film di serie B. Davide (un bravo Riccardo Scamarcio) è irrequieto, talentuoso, mastica tranquillanti, va dalla psichiatra, ha una tenera ragazza (Cristiana Capotondi, molto sensibile), un'amica del padre (Sharon Stone, addirittura) che lo convince a pubblicare il romanzo incompleto del padre. David ci sta e pubblica il romanzo, che in verità è scritto da lui, cosa che procura al libro un grande successo. Ma lui, depresso, sta invece in una casa di cura…

Le malinconie di Avati, le nostalgie di un rapporto paterno danno al film il consueto tono autobiografico e chiudono con un omaggio ad una sana follia che forse per il regista è l’approdo del rimpianto.

Calligrafico, lento, insistito nei primi piani, il racconto, oltre la storia vera e propria, appare una sorta di confessione del regista- padre. E forse questo è il suo lato più suggestivo.

 

Resta anche domani

Cosa pensa una persona in coma? E’ ancora viva? L’amore dei suoi la farà ritornare alla coscienza?

Ecco i l film diretto da R.J.Cuiter dove Mia, violoncellista di talento, innamorata del suo Adam, deve scegliere tra la musica e l’amore. Ma un incidente cambia i piani….

Racconto delicato, realistico, diretto con grande misura e interpretato con altrettanto equilibrio, il mèlo – perché è questo il genere – non è strappalacrime, ma fa pensare e ci porta alle domande consuete sul fine-vita. Il regista sceglie di non calcare i toni, di usare un ritmo leggero e di tenerci nella sospensione sino alla fine, giustamente.

 

Ancora sullo schermo:

La preda perfetta: Liam Neeson, un grande, dà la caccia agli assassini della moglie. Li trova dopo aver lavorato a lungo. Il sangue non manca nel poliziesco avventuroso diretto da Scott Frank.

La nostra terra: Giulio Manfredonia ritorna nel Sud mafioso con la coppia Stefano Accorsi e Sergio Rubini. Interessante, televisivo, ma ormai si fanno troppo film di mafia e amici….!

Tartarughe Ninja 3 D, ormai la storia è consueta.

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