Le mostre di Natale
A Firenze, città d’arte, le mostre sono una costante. A Palazzo Medici nella cappella c’è la celebre Cavalcata dei Magi dipinta da un grande del Quattrocento, Benozzo Gozzoli. Grazie a prestiti internazionali di tavole come la Madonna del baldacchino (1445 circa) dalla National Gallery di Londra è possibile osservare il rapporto tra l’artista e la cappella commissionatagli dalla potente famiglia di banchieri grazie a disegni e documenti. Della serie piccolo – come è piccolo l’ambiente – è bello. Fino al 10 marzo.
Da non perdere- perché chiude il 30 gennaio – a Palazzo Strozzi la mostra dedicata ad un grande contemporaneo, Jeff Koons -classe 1955 -e intitolata, significativamente, Shine, ossia ”lucentezza”. Trentatrè opere di questo artista immaginifico, ambizioso che si confronta con il Rinascimento e i suoi lavori in creazioni d’acciaio inossidabile, tutta luce. Ma quale luce? In dialogo con Tiziano o l’antichità classica i lavori di Koons brillano di una luminosità metallica che fa quasi paura tanto è acuta, tale da trapassarti con lo sguardo. Penso al busto Italian Woman (1986), un ritratto di donna in vesti ottocentesche lucida come uno specchio, agli Inflatable Flowers(1978) stilizzati in forme traslucide, al grandioso Balloon Monkey che si erge nello spazio del cortile severo rinascimentale.
Tutto si trasforma, tutto può avere nuova vita e Koons lo dimostra con citazioni continue dell’arte del passato rivisitata e ricreata in forme di un neobarocchismo metallico lucente, aguzzo che dà la sensazione di qualcosa di vivo, di intelligente e tuttavia con una punta di artificioso e di inquietante nella sua visionarietà a cui occorre dare l’anima. La nostra, di visitatori.
A Milano le offerte sono parecchie: da Maurizio Cattelan a Mario Sironi,dal Grand Tour al Divisionismo. Spicca, fino al 30 gennaio, la rassegna dedicata a Monet dal Museo Marmottan di Parigi, aperta a Palazzo Reale. La rivoluzione operata dal pittore francese che giocava con la natura all’aria aperta, la sua scoperta della poesia della luce mutevole viene offerta in una serie di lavori indimenticabili come la Passeggiata ad Argenteuil, le Ninfee, Le Rose (1925-26), l’ultima opera dell’artista, emblema della caducità che ci circonda. Cinquantatrè tele, 53 sguardi dell’anima sulla natura misteriosa e affascinate e soprattutto sulla luce, la grande protagonista dell’arte.
Dante continua a farla da padrone. Perciò a Roma, oltre alla mostra di Klimt a Palazzo Braschi, alle Scuderie del Quirinale, fino al 9 gennaio, c’è la ricchissima esposizione di Inferno, dedicata al tema della morte e dell’oltretomba dal Medievo ai nostri giorni. Dipinti, miniature,sculture ,oggetti, delineano un percorso a perdita d’occhio fra le diverse declinazioni del soggetto. Una indagine appassionata, con un velo di tristezza, perchè la vasta rassegna è attraversata da un sottile filo di malinconia, quasi di assenza di speranza – presente invece in Dante -, in linea con un certo pessimismo tipico del nostro tempo.