Le Memorie di suor Lucia
Quel che sappiamo di Fatima ci viene quasi completamente dalle Memorie di suor Lucia, corredate da altri scritti e testimonianze, precedenti e seguenti, che vanno a completarle. Come accennato poco sopra, Lucia dos Santos era nata il 28 marzo 1907. Al tempo della prima apparizione a Cova da Iria aveva 10 anni e, da quel che lei stessa confesserà in seguito, le visioni mistiche erano cominciate ancora prima, all’età di 6. Da quel maggio 1917 trascorreranno vent’anni, prima che la veggente metta per iscritto, su ordine del vescovo di Leiria, quel che a lei e ai suoi cuginetti era accaduto, a parte la breve relazione del gennaio 1922. […]
La bibliografia che in seguito riportiamo è quella che consideriamo “essenziale”, essendo ormai i libri su Fatima a centinaia, in tutte le lingue. Inevitabilmente si tratta di una scelta, con tutti i limiti che essa presenta:
Le Lettere e gli scritti occasionali, che coprono praticamente tutta la vita di Lucia dos Santos e di cui ancora attendiamo una pubblicazione completa, critica e ordinata, permettano un’analisi non solo dei contenuti, ma della trasformazione del linguaggio della mistica lungo gli anni: ciò sarebbe utilissimo per poter dare un’interpretazione coerente al cammino spirituale di Lucia e alla sua recezione del messaggio di Fatima;[…]
Gli scritti di suor Lucia sono tutt’altro che quelli di una donna culturalmente poco accorta. […]
E la conclusione che ne trae – e che ci sentiamo di condividere appieno – ci restituisce l’immagine di una scrittrice di ricordi intensa e profonda. Lucia scrive “nel proprio linguaggio” e “secondo la propria cultura” […]
Chi leggerà le pagine di suor Lucia, ne siamo certi, avrà un ulteriore criterio per non curarsi dell’inquieta (e inquietante) domanda che si ripete e si riprende ogni volta: ci sono altri segreti non rivelati a Fatima? Ci sono altri misteri che ci vengono nascosti? Avrà anzi una risposta, perché quel che è detto nelle pagine della veggente di Cova da Iria, qualora corrisponda a verità, è talmente importante da rendere ogni altra pretesa banale, infelice, solo famelica perché superficiale. Prima di chiedersi quali altri misteri e segreti ci sono negati, infatti, dovremmo approfondire quelli che sono stati a noi mostrati. […]
Dal canto nostro possiamo solo aggiungere che la Lucia che emerge dai testi delle Memorie, redatti – come lei stessa dirà – su un quaderno tenuto scomodamente sulle gambe in una stanza senza nemmeno un tavolino, è una notevole narratrice, cosa che si è poco sottolineata finora. Chi affronta i suoi scritti per la prima volta, è sorpreso dalla coerenza semplice del raccontare e commentare avvenimenti che sconvolgerebbero chiunque. In questo, ella somiglia molto a figure di mistiche a lei più o meno contemporanee (fa pensare più volte alla Galgani o alla Kowalska, per i toni che usa). Ed ecco che ci appare chiaramente una volta ancora il fatto che, più di ogni commento a loro riguardo, le vicende dei mistici abbisognano dell’incontro con essi stessi e con le loro parole. Questo è uno dei temi a cui il nostro piccolo libro vorrebbe invitare e che cercheremo di fare: poiché chi vuol conoscere Fatima e il suo “infinito segreto” deve ascoltare direttamente la voce di Lucia dos Santos. Che le si creda o meno, conta quasi secondariamente: è necessario che la si legga.
Da “Fatima l’infinito segreto” di Natale Benazzi (Città Nuova, 2017)