Le meditazioni affidate a mons. Bregantini

"Volto di Cristo, volto dell’uomo”: questo il tema delle meditazioni per la via Crucis del Venerdì Santo di quest’anno – il 18 aprile – che papa Francesco ha affidato a mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace
Giancarlo Bregantini

Di origini trentine, stimmatino, un passato da lavoratore nelle fabbriche veronesi, cappellano nelle carceri, per 13 anni vescovo nella Locride, terra martoriata dalla mafia, mons. Bregantini ha maturato una profonda sensibilità ai problemi sociali e si è speso con coraggio per la cultura della legalità.

E certamente tale attenzione alle ferite e ai drammi della società di oggi sarà il fil rouge delle sue meditazioni per il Venerdì Santo di quest'anno, guardati però con gli occhi della speranza.

Una speranza illuminata dalla fede. Come mons. Bregantini conferma nel dialogo con Paolo Lòriga nel libro Il nostro Sud in un paese (reciprocamente) solidale, edito da Città Nuova e di cui pubblichiamo qui di seguito uno stralcio:

Eccellenza, scopra di più le carte. Cosa dà respiro al suo orizzonte di speranza?

«Il segreto è il rapporto con un Dio che è Amore, è l’esperienza che illumina la mia vita quotidiana. Quando sono stato nominato arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano ho scritto un messaggio alla Chiesa di Locri. Lì, tra il resto, ricordavo: «Insieme siamo cresciuti, guidati sempre dalla mano provvidenziale di Dio Amore. Insieme abbiamo patito, sperato e gioito dei piccoli e tenaci semi di speranza, piantati con fiducia lungo i sentieri sassosi e a tratti insanguinati di questa terra.

«Ed è l’esperienza di Dio Amore che cerco di comunicare agli altri, a chiunque. Anche ai fratelli deviati dalla mafia. Ai quali scrissi nella stessa occasione appena ricordata. Mi rivolsi a loro parlando di un Dio che offre sempre opportunità: "È a voi che rivolgo con cuore evangelico una consegna importante: la misericordia di Dio non si scandalizza del peccato, anzi Gesù si ferma proprio nella casa di Zaccheo, perché non è bloccato dai pregiudizi della gente, né dall’orrore del male compiuto da quest’uomo, ma è spinto solo dall’amore del Pastore che, inquieto, va in cerca della pecorella smarrita. Fate ritorno alla pace di Dio, nelle vostre famiglie, con azioni di coraggio e di perdono, vero profumo per i nostri paesi".

«Anche nei luoghi apparentemente inospitali a un Dio che è padre amorevole come potrebbero sembrare le carceri, ho visto e ascoltato quanto sia efficace la scoperta di Dio Amore. Un episodio, in particolare, non dimenticherò. Alla fine della lettura della pagina del Vangelo conosciuta come la parabola del figliol prodigo, mi si accostò un carcerato e mi confidò: "Se avessi avuto un padre così, ora non sarei qui in carcere". Non ho mai sentito un commento altrettanto vero».

Da Giancarlo Maria Bregantini, Il nostro Sud in un paese (reciprocamente) solidale, in dialogo con Paolo Lòriga (Città Nuova, pp. 104, € 10,00)

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