Le maschere del teatro italiano

Cornice della cerimonia di consegna dei premi,  il Teatro San Carlo di Napoli, affollato di personalità e volti noti della scena teatrale e dello spettacolo.
Elisabetta Valgoi riceve il premio

Laura Marinoni ed Elisabetta Valgoi (nella foto), entrambe interpreti di Un tram che si chiama desiderio di Tennesse Williams per la regia di Antonio Latella, uno degli spettacoli più intensi della scorsa stagione, sono tra le vincitrici del premio Le Maschere del Teatro Italiano. Rispettivamente nella categoria di migliore attrice protagonista e non protagonista.

Premio più che meritato per queste due bravissime interpreti dirette da un maestro della scena contemporanea quale è Latella. Cornice della cerimonia, svoltasi giovedì 6 settembre, è stato il Teatro San Carlo di Napoli affollato di personalità e di volti noti della scena teatrale e dello spettacolo.

Come si sa “Il Premio Le Maschere del Teatro Italiano” nasce nel 2002, dal regista Luca De Fusco e dal critico Maurizio Giammusso che ebbero l’idea di un premio che potesse rappresentare un certo teatro italiano nella varietà delle sue espressioni artistiche e produttive, consegnato da critici, artisti e professionisti della scena ai loro colleghi.

Sostenuto dall’ETI, dal Ministero e da un appassionato del teatro, Gianni Letta, sostenitore e presidente di giuria, il Premio, nella sua prima edizione del 2003, venne battezzato “Premio Eti – Gli Olimpici del Teatro”, con due appuntamenti diventati canonici: a giugno, alla fine della stagione teatrale una giuria di esperti sceglie le terne dei finalisti (come le nomination degli Oscar), poi sottoposte a una votazione a cui partecipano per posta qualche centinaio di artisti (quest’anno oltre 500) e professionisti del teatro.

Determinante per il successo degli Olimpici è stata la trasmissione assicurata da Rai Uno e poi (dal secondo anno) l’udienza degli attori del teatro italiano col Presidente della Repubblica (prima Ciampi, poi Napolitano). A votare quindi i vincitori è una giuria composta da oltre 500 artisti e professionisti del teatro che esprimono le loro preferenze per posta.

Quest’anno i vincitori sono stati: The coast of utopia di Tom Stoppard, con la regia di Marco Tullio Giordana, come miglior spettacolo della stagione teatrale 2011 (premio ritirato da Michela Cescon che ne è la produttrice), ma anche quello dei costumi con Francesca Sartori ed Elisabetta Antico; miglior regia Elio de Capitani e Ferdinando Bruni per lo spettacolo The history boys; migliore attore Luigi Lo Cascio per Diceria dell’untore, dello scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, spettacolo premiato anche come novità italiana per l’innovativa rivisitazione del romanzo operata dal regista e attore Vincenzo Pirrotta.

A Ugo Maria Morosi il premio migliore attore non protagonista de L’opera da tre soldi di Brecht, regia Luca De Fusco, che ha debuttato alla quarta edizione del Napoli Teatro Festival Italia, mentre quello di attore emergente è andato a Filippo Nigro per lo spettacolo Occidente solitario, dell’autore irlandese Martin McDonagh con la regia di Juan Diego Puerta Lopez.

Ad Anna Maria Guarnieri, premio miglior monologo in Eleonora, ultima notte a Pittsburgh. Premiati anche lo scenografo Alessandro Camera, per Tutto per bene di Pirandello messo in scena da Gabriele Lavia, e Germano Mazzocchetti autore delle musiche per Le allegre comari di Windsor, più volte vincitore nelle precedenti edizioni del premio. 

Nell’ambito della serata sono stati consegnati anche il Premio speciale del Presidente al regista Maurizio Scaparro, e il Premio Speciale alla memoria di Graziella Lonardi Buontempo a Mario De Simoni, direttore generale del Palaexpo che raccoglie il Palazzo delle esposizioni e le Scuderie del Quirinale.

Erano in corsa, nella lista della terna dei finalisti delle diverse categorie, fra gli altri: Michele Placido, Toni Servillo, Gabriele Lavia, Massimo Ranieri, Mariano Sigillo, Lina Sastri, Mascia Musy, Pippo Pattavina Silvia Siravo Galatea Ranzi, Fausto Paravidino, Carlotta Clerici, Elena Mannini, Paolo Terni.


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