Le legionella fa tremare la Lombardia

Le istituzioni rassicurano la popolazione, ma le cause dell'epidemia di polmonite che ha colpito il bresciano, il mantovano e il cremonese sono ancora sconosciute.

Sembra si stia attenuando quella che all’inizio del mese aveva le sembianze di una  epidemia di polmonite in Lombardia, visti i tanti casi improvvisi che si sono verificati e i tre decessi avvenuti nei comuni di Calvisano, Visano e Carpenedolo.

Sull’accaduto sono in corso accertamenti degli investigatori, che vogliono appurare eventuali correlazioni tra le morti e la polmonite, in quanto le persone decedute avevano dei problemi di salute pregressi e la sopraggiunta patologia potrebbe aver peggiorato il quadro clinico.

La situazione, comunque, permane sotto controllo secondo le autorità sanitarie che ieri hanno tenuto una riunione all’Ospedale Civile di Brescia per valutare le azioni da intraprendere.

Contemporaneamente è scattato il protocollo di profilassi ed osservazione sanitaria della Regione Lombardia, la quale ha già chiesto a tutti i Pronto soccorso pediatrici e ordinari e alle Guardie mediche di comunicare se riscontreranno i sintomi riconducibili alla polmonite.

«Lunedì sera gli accessi al pronto soccorso hanno raggiunto quota 235 e sempre nello stesso giorno le persone ricoverate erano 196. 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, e due decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella». I dati sono quelli forniti  dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera in Consiglio regionale riguardo all’epidemia di polmonite che sta interessando il Bresciano, il Mantovano e il Cremonese.

«In 12 casi, sul numero totale, è stato accertato che si tratta di legionella. Possiamo dire che vi è una curva epidemica in calo». Per Gallera non ci sono dati che inducano a ritenere che ci siano nuovi casi e, ha aggiunto, «non vi è alcun motivo per chiudere le scuole o per non bere l’acqua del rubinetto. I soggetti interessati sono al 70% maschi, prevalentemente anziani o con patologie che comportano immunodepressione».

Questo è quanto sta succedendo nella bassa padana da inizio mese. Dal ministero della Salute e dall’Iss fanno sapere, attraverso un comunicato, “che stanno vigilando costantemente sulla situazione”. Il ministero sta monitorando la situazione venutasi a creare nelle provincie di Brescia e Mantova dove si sono verificati i casi più numerosi, e l’Istituto superiore di Sanità sta eseguendo le dovute indagini batteriologiche.

Appena i risultati delle indagini saranno completati, verranno messe in atto le necessarie iniziative per il superamento dell’emergenza. Anche se pare che per avere un risultato definitivo sulle cause dell’epidemia  ci vorranno con ogni probabilità diversi  mesi.

Non è escluso però che già lunedì prossimo si avranno i primi esiti sui 111 campionamenti effettuati sugli acquedotti dei cinque comuni più colpiti: questo è quanto si è saputo  nella conferenza stampa che si è svolta a Brescia dove l’assessore Gallera ha voluto ancora una volta rassicurare i cittadini sull’evoluzione dell’epidemia: «La curva epidemica è in calo – ha ribadito – e non si registrano più nuovi casi di polmonite. Non abbiate paura di uscire e frequentare luoghi affollati».

L’assessore ha partecipato ad un incontro in Prefettura con forze dell’ordine e sindaci dei comuni interessati, e ha parlato di evento difficile da codificare «anche perché – ha spiegato – non si ricorda in Lombardia un’emergenza del genere e non esiste in letteratura scientifica un evento di questo tipo. Anche per questo non si sta lasciando nulla di intentato per individuare le cause di questo contagio che – ha chiarito Gallera – è causata dal batterio della legionella».

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