Le lacrime di Obama e la legge sulle armi

Il presidente americano annuncia di voler usare i suoi poteri esecutivi per una norma che controlli il possesso di armamenti  privati e si commuove parlando della strage di Sand Hook. Ogni anno sono più di 30mila gli americani che muoiono per l'uso improprio di armi
Il presidente americano Obama si commuove parlando della strage di Sand Hook

Tutta l’America era in attesa del discorso del 5 gennaio, quello con cui il presidente Obama ha aperto una settimana di battaglie decisive nell’approvare una legge sul controllo delle armi.

Le ultime statistiche affermano che ogni americano, sia esso un anziano moribondo o un bambino appena nato, possiede un'arma e pensando che queste due ultime categorie non sono in grado di usarle, la media è di almeno tre armi a testa per chi è in grado di premere un grilletto senza problemi. 

 

Ogni anno, poi, più di 30mila americani vengono stroncati dall’uso improprio di armi private: suicidi, violenze domestiche, lotte tra gang, incidenti involontari. Eppure da tre anni il Congresso non si decide per il varo di una legge che, senza tradire il secondo emendamento della Costituzione americana, garanzia per il possesso di armi private, protegga dall’utilizzo di questi strumenti per continuare ad esercitare violenza e addirittura uccidere.

 

Il presidente non ha usato mezzi termini nell’accusare il Congresso di essere “ostaggio della lobby delle armi”, una lobby che “non può tenere in ostaggio l’America” trincerandosi dietro la libertà di possesso delle stesse per giustificare la carneficina. In questi anni poi, a detta del presidente, l’assise rappresentativa del Paese ha impedito e limitato ricerche che avrebbero provato la gravità delle conseguenze dell’uso privato di fucili e pistole, poiché oltre ai morti tanti sono gli invalidi, vittime di questi attentati. Obama ha elencato tutte le sparatorie che hanno seminato morte nei college, nelle scuole e in tante località del Paese e non è riuscito a trattenere le lacrime quando ha citato la strage di Sandy Hook quando 20 bambini e sei insegnanti di una scuola elementare vennero massacrati da un giovane ventenne, mentalmente instabile.

 

Obama ha illustrato i quattro punti della sua proposta: maggiori controlli nella concessione di licenze di vendita e monitoraggio dei siti web, dove oggi un criminale recidivo su 30 acquista un’arma; verifica dei precedenti penali degli acquirenti e indagini su trust e società dietro cui agiscono pericolosi criminali; investimenti sulle tecnologie che riconoscano i proprietari delle armi e consentano solo a loro l’utilizzo; infine un sistema di cura delle malattie mentali potenziato in tutti gli stati, con norme uniformi. Per quest’ultima proposta serviranno 500milioni di dollari e il consenso obbligatorio di Senato e Camera.

 

Proprio perché consapevole della sua non rielezione, Obama ha deciso di agire in maniera insolita, rischiando l’impopolarità: verranno infatti emanate leggi esecutive senza passare dal Congresso, ma lasciando solo alla Corte Suprema il giudizio di costituzionalità, scoglio non semplice perché in mano repubblicana.

 

In realtà il presidente sa bene che esponenti del partito repubblicano, tanti dei suoi concittadini, possessori di armi e non, come altrettanti rivenditori, stanno dalla sua parte e sono stanchi di piangere sulle vittime. Proprio a loro chiede una mobilitazione generale, perché come le lobby sono organizzate per il loro interessi “dobbiamo essere altrettanto appassionati e organizzati in difesa dei nostri figli”. Ora si attendono le prossime mosse.

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