Le invasioni barbariche
Il talk show ha una forte caratterizzazione per le tre principali interviste “barbariche”. Lo stile, infatti, vorrebbe essere lontano dagli stereotipi italiani, e dunque pungente, provocatorio, poco accondiscendente. Non mancano i dibattiti sull’attualità e sul costume nazionale.
È interessante notare come le idee si trasmettano anche con ciò che si vede, non solo con ciò che si dice: un tavolo di vetro, la giornalista e il suo ospite seduti di fronte, con la camera mobile che si muove da una parte all’altra, «dondolando fra i due mondi». Si riprendono gli ospiti sempre e solo sul viso, perché sono più le idee che interessano autori e conduttrice. Il pubblico diviene una presenza volutamente discreta, anche nella considerazione delle opinioni, che comunque sono ad appannaggio della Bignardi.
Alcune idee sono vincenti, come quella di far iniziare il programma a due ospiti in dialogo libero senza mediazione del conduttore; oppure il confronto “senza tavolo” fra due personaggi diametralmente opposti.
Al di là di alcuni momenti di cattivo gusto, il pericolo più grave è quello di trasmettere messaggi e valori come se tutto fosse livellato sullo stesso piano. Il telespettatore non acquisisce la consapevolezza che i fatti e le opinioni sono complessi, hanno più sfaccettature. Servono ritmo, precisazioni e un pizzico di superficialità in meno.