Le fantastiche avventure del Doctor Newtron, scienziato supereroe
Dario Bressanini è, come dice Wikipedia, un chimico e divulgatore scientifico. Da molti anni il professor Bressanini, infatti, ha affiancato alla sua attività di docente universitario e ricercatore (questa ultima, ad oggi, la sua attività principale in campo universitario) quella, parallela, che lo ha portato a diventare per il pubblico che lo segue sui social e sulle riviste su cui ha scritto il “vostro amichevole chimico di quartiere”.
Oltre a scegliere gli argomenti da affrontare (con approccio leggero ma applicando le rigorose leggi della chimica) è ormai un punto di riferimento affidabile e oggetto di domande le più disparate alle quali, sempre con il sorriso sulle labbra, prova a rispondere divulgando, quindi, una delle scienze più ostiche nel modo più leggero possibile. Nei video che da anni realizza più volte ha mostrato chiaramente il suo amore per il fumetto, non disdegnando di mostrare cimeli e ricordi strettamente collegati alla nona arte. Ha scritto numerosi – e di successo- libri e, nei fatti, ha introdotto in Italia un modus operandi di successo che ha anche fatto proseliti (Vincenzo Schettini e la sua “fisica che piace” è uno dei più recenti e di maggior successo, occupandosi però di fisica).
L’amore per il mondo del fumetto ed i suoi supereroi, però, non poteva limitarsi alle citazioni nei video ed ai volumi e gadget che si potevano facilmente intravedere alle sue spalle e il professor Bressanini ha messo in moto, grazie ad una attenta intuizione della casa editrice Feltrinelli Comics e del suo direttore editoriale (nonché sceneggiatore di fumetti) Tito Faraci, un progetto editoriale di rara sagacia e qualità. Presentato, con gli autori presenti, in anteprima durante il classico appuntamento annuale a Lucca Comics & Games.
Doctor Newtron. La scienza nel fumetto è la somma di molte cose che, singolarmente erano state già viste ma che mai erano state raggruppate in maniera organica in un prodotto di elevatissima qualità. Detta così sembrerebbe il frutto di una formula chimica ma il risultato finale, come al solito stampato in maniera eccelsa dell’editore milanese, è frutto soprattutto di cuore e passione, oltre che studio e competenza.
Nella postfazione del libro ma anche già nella sua apparizione come ospite al podcast The BSMT by Gianluca Gazzoli ha dichiarato di aver seguito un corso di sceneggiatura a fumetti per poter metter mano con maggiore competenza che non sia la semplice passione o la quantità di letture proprio al progetto edito in questo ottobre 2023.
Il volume è da considerarsi un saggio a tutti gli effetti che cerca di leggere la parabola del fumetto supereroistico dalla nascita, ovvero gli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale, in Usa, fino ad oggi e come spesso in principio e spessissimo durante la Silver Age (con la nascita di tutti i maggior supereroi made in Marvel) questo genere narrativo si sia legato a doppio filo alla scienza. L’approccio, quindi, in un colpo solo spiega come, leggendo fumetti (i suoi personaggi preferiti non sono Peter Parker – studente nerd di scienze – e Reed Richards – il genio scientifico della Marvel per eccellenza) il professor Bressanini si sia appassionato alle scienze e come le scienze siano state combustibile per molte storie e protagonisti del mondo dei supereroi. Un’idea, va detto, che è alla base (il “rapporto tra scienza e intrattenimento, momenti formativi fondamentali per la crescita dell’individuo e del cittadino”) anche del progetto Comics & Science, che da anni inanella collaborazioni e edizioni sempre degne di nota.
Fin qui, dividendo i vari periodi come usualmente viene fatto quando si parla di fumetto, il saggio potrebbe non apportare molto ad una bibliografia (in parte anche citata in calce nel volume) che, soprattutto in USA, vede dozzine di titoli realizzati sia da giornalisti o critici appassionati di fumetto che da professori universitari con approccio più scientifico. Ed anche illustrare, grazie ad un disegnatore dalla quasi trentennale esperienza professionale, il pugliese trapiantato a Milano Luca Bertelè, i vari periodi storici del fumetto attraverso racconti -appunto- a fumetti poteva sembrare una operazione già vista.
Lo switch che rende il volume un qualcosa di originalissimo – e contemporaneamente di grande valore sia saggistico che artistico – è dato dalla presenza del supereroe che dà il titolo a volume, il Doctor Newtron. Newtron, “tipo Newton ma con i neutroni“, come spiega lo stesso personaggio nella prima storia, del 1947, pubblicata sull’albo a lui dedicato e ripubblicata appunto nel volume della Feltrinelli. Testata, “Doctor Newtron”, nata dopo il successo avuto dal personaggio nelle sue apparizioni nei due anni precedenti nell’antologico “All Heroes Comics”. Questa storia -del 1947 e altre fino ai nostri giorni- è ristampata unitamente al testo scritto che illustra, per ogni periodo, le caratteristiche dei fumetti di quel periodo stesso e come la scienza entrava o non entrava in maniera più o meno importante nella narrazione.
Tutto molto interessante e splendidamente raccontato, laddove è facilissimo capire dai fumetti come il sentire di ogni momento fosse spostato verso un tipo di narrazione o di ambientazione; dall’intimistico al Metaverso, dall’ossessione per le radiazioni a periodo horror vittima di censure in Usa. Tutto molto interessante anche perché il Doctor Newtron, del quale possiamo rileggere undici storie in questo volume e vedere nelle pagine scritte copertine famose così come vignette particolari o immagini pubblicitarie, semplicemente non è mai esistito. O, almeno, non è mai esistito fino ad oggi, visto che è stato creato per l’occasione dal professor Bressanini. E, essendo un supereroe i cui superpoteri derivano dallo studio della chimica e della scienza, non è difficile intravedere nello stesso una proiezione del suo autore, e più avanti se ne avrà una ulteriore conferma.
Non è il primo caso in cui, in narrativa, viene citato un libro (un fumetto in questo caso) che non esiste: caso eccelso di pseudobiblion, ovviamente, è il Necronomicon di Lovecraft, libro mai scritto che però è continuamente citato in libri esistenti. E sicuramente non è il primo caso in Italia: senza voler andare troppo indietro nei secoli basta citare I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, storia spacciata dall’autore milanese come trascritta da un fantomatico manoscritto e non frutto del suo ingegno.
Oppure, sul finire del secolo scorso, quaranta anni fa, come fatto da Umberto Eco (altro uomo di cultura spesso prestato al fumetto, al quale ha dedicato non pochi saggi e attenzioni e enorme rispetto) nel suo libro di maggior successo, Il nome della rosa (oggi anche oggetto di una versione a fumetti realizzata da Mino Manara), spacciato anche lui per trascrizione di un manoscritto. Ma le storie di Doctor Newtron sono state stampate in migliaia di copie – è un fumetto sulla cresta dell’onda da ottanta anni!- e quindi più che uno pseudobiblion – scritti non più reperibili- diventa una via di mezzo fra un MacGuffin e Forrest Gump.
Ovvero l’inserire nel passato in maniera omogenea e esteticamente e narrativamente perfetta un qualcosa di non esistito che funga da spunto per raccontare una storia.
Probabilmente il precedente più interessante a questo tipo di operazione è quello realizzato dallo scrittore americano premio Pulitzer nel 2001 Michael Chabon nel suo Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay; il romanzo racconta le vicende di due giovani autori di fumetti che raggiungono il successo grazie al loro personaggio, l’Escapista. Nel romanzo, così come nel volume di Bressanini, viene descritta la genesi del fumetto e accennate le vicende raccontate nei vari albi pubblicati. Il libro di Chabon ebbe un successo (in realtà è uno spaccato profondo – che lo rende quasi un saggio antropologico – degli Stati Uniti a cavallo della Grande Depressione e della condizione di categorie bistrattate quali gli immigrati e gli omosessuali) così importante per il mondo del fumetto tanto che dopo pochi anni il fumetto vero e proprio de l’Escapista vide la luce (settanta anni dopo quanto raccontato nel libro) grazie alla Dark Horse Comics.
L’amante del fumetto supereroistico sobbalzerà più volte durante la lettura delle parti saggistiche del libro di Bressanini perché, nel raccontare le reali vicende che hanno caratterizzato il percorso del genere in questo medium, di tanto in tanto apparirà il nome del Doctor Newtron e di come, in quel momento particolare, anche i suoi albi riflettessero quel cambiamento o quell’attenzione ad alcune problematiche o linee narrative come tutti gli altri. C’è anche da dire che la sua presenza, alla pari di quella di un credibile Forrest Gump mentre stringe la mano a JFK grazie alla CGI (immagine generata dal computer), per un lettore non smaliziato o con una limitata conoscenza della storia del fumetto può ingenerare confusione ritenendola veritiera ma, in fondo, è un piccolo dazio che si deve pagare per la riuscita del volume.
Riuscita che, soprattutto per chi ha l’età per aver letto storie di supereroi di oltre cinquanta anni fa – il primo Spider-Man è di oltre sessanta anni fa, appunto -, è strettamente collegata anche alla parte grafica del volume, ovvero le undici storie a fumetti disegnate da Luca Bertelè (con la collaborazione di Andrea Giannini, Giuseppe Gho e Biagio Leone) e colorate da Manuela Nerolini.
Undici meno tre, disegnate da autori “ospiti”: Stefano Landini, autore attivo soprattutto in Usa, che presta il suo segno pulito alla storia che illustra un filone, quello degli anni Settanta, nel quale le forti contestazioni e lo scoppio di alcuni problemi sociali (delinquenza, dipendenza dalla droga) portarono nei comic book temi abbastanza inusuali, reali e contemporanei. Altro disegnatore ospite è il talentuosissimo, plastico e coinvogente David Messina, anche lui attivissimo sul mercato Usa, che si prende sulle spalle la storia degli anni Novanta, periodo durante il quale, superati gli strascichi introspettivi e interrogativi del finire del decennio precedente, si spinse con forza il pedale della spettacolarizzazione dei disegni, approfittando anche dell’avvento della colorazione digitale.
Ultimo ospite è Maurizio Rosenzweig, che si carica sulle spalle il periodo durante il quale (primi anni Sessanta) per la prima volta si affrontano temi narrativi come -per la prima volta- il multiverso e le terre parallele. Dotato di segno antico e moderno al tempo stesso, Rosenzweig ricalca uno stile epico degno del miglior Jack Kirby e rende con pari efficacia tavole con scontri violenti e vignette con dialoghi piene della tipica ironia e espressività dei suoi personaggi.
Ma se questi tre autori hanno gestito una sola epoca diverso è lo sforzo fatto, con ottimi risultati, da Luca Bertelè, al quale è stato chiesto di coprire, cambiando tratto, inquadrature, divisione della tavola in vignette, inchiostratura, forma dei balloon e tante altre caratteristiche della grammatica del disegno di un fumetto, un periodo che va dal 1940 ai nostri giorni. E se il professor Bressanini confessa di aver molto studiato (si autodefinisce un “secchione”) e di aver cercato di riportare in sceneggiatura sia la divisione delle vignette che le inquadrature (che la quantità e il tipo di dialoghi) che i ritmi di narrazione a seconda dei vari periodi vano sarebbe stato tutto questo se non avesse trovato la versatilità di Bertelè a tramutare il tutto in fumetto.
Senza dimenticare, inoltre, il contributo della colorista Manuela Nerolini che, ovviamente, ha seguito e opportunamente citato i vari tipi di colorazione ed anche la qualità stessa della colorazione con particolare attenzione ai dettagli, come ad esempio alcune tavole con il colore “fuori registro” come sovente accadeva negli albi a fumetti degli anni Cinquanta e sessanta.
Ultima nota, a margine, relativa alle ultime due storie del volume; Fragilità (prima parte e seconda parte) è in gran parte un racconto autobiografico. Dal 2020, infatti, l’autore ha raccontato di aver scoperto e affrontato le cure ad un raro tumore che gli ha causato la perdita della vista da un occhio (ed un periodo di inattività durante il quale i suoi molti “seguaci” ne chiedevano a gran voce il ritorno); l’ultima tavola mostra il Doctor Newtron, forte del suo nuovo occhio bionico, che affronta a testa alta le nuove sfide (del fumetto e della scienza) che lo attendono, così come ha fatto il suo autore pubblicando questo volume.
Doctor Newtron. La scienza nel fumetto
Dario Bressanini Luca Bertelè Andrea Giannini Giuseppe Gho Biagio Leone Maurizio Rosenzweig David Messina Stefano Landini Manuela Nerolini
Feltrinelli Comics, 2023
208 pagine, brossurato, colori – 22,00 €
ISBN: 9788807551529
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