Le esibizioni storiche di Martha Graham

La compagnia della sacerdotessa della modern-dance è tornata in Italia a Villa Adriana riproponendo i suoi lavori più noti, quelli che hanno fatto scuola
Compagnia di Marta Graham

È tornata in Italia Martha Graham Dance Company, la compagnia che continua a portare il credo della sacerdotessa della modern-dance, scomparsa nel 1991 all'età di 96 anni. E per quanto se ne possa dire, è sempre un evento. Si potrà poi discutere della qualità o meno dei danzatori; di stilemi che possono sembrare ormai superati; della necessaria, o meno, apertura, già avviata, a nuovi coreografi; rimane comunque importante la presenza del celebre ensemble per conoscere o rivedere, anche se ben noti, alcuni dei lavori che hanno segnato delle tappe nella storia della danza del ‘900.

Dalla Graham, sappiamo, discende tutta la danza americana moderna, segnando l'evoluzione dello stile contemporaneo per aver edificato un codice di movimento che ha fatto scuola con quella tecnica che, basandosi sui ritmi fisiologici del respiro, contrae e decontrae busti e membra. Immutabili i caratteri della vena grahamiana: intellettualità, assenza di emozione, ricerca tra i simboli della religione e del mito, della classicità, del sogno e dell'inconscio, per trovare la chiave che sveli i conflitti dell'uomo di ogni tempo e civiltà. Ecco allora lo sguardo della Graham confrontarsi con gli abissi dell'inconscio in Errand into maze sulla musica di Giancarlo Menotti, ma qui senza l'albero biforcuto creato nel 1947 dallo scultore Isamu Noguchi, nella coreografia oggi rivisitata da Luca Veggetti. "Errando nel labirinto" si basa sulla leggenda di Teseo e della sua lotta contro contro il Minotauro. Qui la vera protagonista è Arianna che si libera non senza difficoltà dalla sua prigione così come dalla violenza dell'uomo. I due interpreti percorrono l'oscuro labirinto del cuore al fine di combattere e di affrontare l'origine della paura. Un balletto che implica nel corpo e nella mente della coppia un duello violento e sottile allo stesso tempo.

Creato l'anno successivo Diversion of Angels vira verso l'astrazione pur avendo come pretesto narrativo l'ispirazione ad un poema sulla felicità e le disillusioni dell'amore. Incontri e scontri, abbracci e fughe, entusiasmi e malinconie di tre coppie in rosso, giallo e bianco, ovvero i diversi passaggi e le diverse temperature esistenziali dell'amore nell'arco della vita. La coreografia, volatile e dinamicissima, s'intreccia e pulsa sull'onda della musica romantica di Norman Dello Joio. Un flusso di danza solare ed estroverso (vistosa eccezione nell'ambito del ciclo "psicoanalitico" grahamiano), esplosione di ottimismo e danza pura.

Un fascino arcaico, misterioso, aleggia in Depak Ine di Nacho Duato, lavoro recente creato dal coreografo spagnolo appositamente per la compagnia. Tra rintocchi di campane, canti salmodianti, cinguettii, e repentini cambi di musica techno, i movimenti sembrano un prolungamento dello stile della Graham – ma con incomprensibili sequenze che rompono improvvisamente per lo stile che vira su un moderno di stampo televisivo –, e hanno al centro una figura femminile distesa a terra, che prenderà vita dopo intrigati approcci attorno a lei.

La vigorosa versione della Sagra della primavera, creata nel 1980, venne rivisitata dalla coreografa senza seguire necessariamente le onde musicali della partitura barbarica di Igor Stravinkij, ma servendosi specialmente delle sue atmosfere per descrivere un sacrificio rituale indo-americano. Così, su una scalinata dove si staglia, avvolto dentro un'ampia tunica, un officiante sciamanico; tra blocchi maschili contratti e saltellanti, e sciami femminili con posture da geroglifici, si consumerà il sacrificio di un'eletta dapprima legata ad una corda poi condotta in spalla, innalzata da un trio e abbandonata per in un travolgente assolo, infine deposta e avvolta in un lungo tessuto nero e verde. Le linee della danza, nelle tre coreografie, segnano traiettorie orizzontali e aspirano alla terra, al pari degli sguardi dei ballerini dai volti muti che demandano al corpo ogni espressività, il quale necessita di prestanza scultorea e perfezione tecnica, energia creativa e appeal: aspetti, soprattutto sul versante maschile, non sempre all'altezza del compito di perpetrare memorie storiche.

 

Al festival internazionale di danza di Villa Adriana Musica per Roma

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