Le emozioni del calcio

Un primo bilancio del campionato appena iniziato, più povero dal punto di vista economico, ma ricco di talenti italiani
Insigne - Napoli - Campionato serie A

Il blocco Juve con un Giovinco in più. I 10 undicesimi del Milan, trascinato da un super Pazzini. Le perle del romanista Osvaldo, aspettando quelle del compagno di squadra Destro. E poi ancora: gli imprevedibili guizzi di Insigne (Napoli) e la straordinaria concretezza di Immobile (Genoa). Il tutto, in attesa del miglior El Shaarawy e del ritorno al gol di qualche altro bomber di razza (Borriello e Gilardino su tutti).
 
Sarà pure un campionato più povero in termini economici, ma non certo a livello di talenti italiani, attaccanti in primis: una serie A con meno appeal internazionale, ma con più spazio per i nostri giocatori. Qualche inguaribile nostalgico rimpiangerà le lussureggianti stagioni a cavallo tra il secondo e terzo millennio, quando i più grandi campioni del mondo facevano a gara per venire da noi, ma il mondo del calcio è cambiato, e non è detto che quello italiano debba necessariamente fare un passo indietro. Sì, è vero, nelle competizioni continentali i nostri club fanno maledettamente fatica, ma in questo periodo c’è una persona che può sorridere più di altre: Cesare Prandelli.
 
Da che mondo è mondo, infatti, lo stato di salute di un movimento calcistico nazionale si misura con quello della sua selezione maggiore. E noi, inutile negarlo, stiamo bene. Il secondo posto agli Europei, risultato non troppo celebrato forse perché “macchiato” dallo 0-4 in finale (contro, va detto, una delle Nazionali più forti di sempre), dà l’impressione di rappresentare semplicemente un punto di partenza. Sì, perché in quella selezione non c’erano alcuni giocatori destinati – se manterranno le attese – a raccogliere il testimone dei (pochi) “grandi vecchi” rimasti in gruppo. E il bello è che il futuro più immediato (Brasile 2014) potrebbe regalarci un esaltante mix generazionale: non male, ad esempio, vedere Marco Verratti (ora al Paris Saint Germain) studiare alla scuola di Pirlo. E se dalla cintola in giù l’ossatura bianconera continuerà a dare garanzie, lo straordinario talento offensivo del quale disponiamo potrebbe esplodere al momento giusto.
 
Venerdì, a Sofia, l’Italia debutterà nel torneo di qualificazione ai Mondiali verdeoro: con più spazio per i nostri giocatori, sognare è lecito. La finale del 13 luglio 2014, al Maracanã di Rio de Janeiro, non è poi così lontana.

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