Le elezioni in diretta
Cronaca da un seggio elettorale. Tra senso civico e abitudine: gesti semplici della vita di tanti cittadini.
Ore 8
Apriamo il seggio tra i fumi del sonno, complice l’ora legale. E come ogni tornata elettorale arriva lui, il vecchio maestro del paese. Ha quasi novant’anni, nulla da fare tutto il giorno, ma è sempre il primo a venire a votare. Non sappiamo se contestarlo, perché ci costringe ad essere reattivi già a quest’ora, o ammirarlo per il suo senso civico.
Ore 8.35
Tutti quelli che sono venuti finora si sono scambiati commenti come "Via il dente, via il dolore" e "Anche per oggi ho fatto il mio dovere". Mi chiedo se questo significhi che il voto viene percepito come un peso, o come un dovere da esercitare con fierezza.
Ore 11
La solita folla del dopo messa. Curioso legame tra sacro e profano.
Ore 12.15
Un bengalese festeggia con il primo voto la cittadinanza italiana appena acquisita. Fa fatica a destreggiarsi, ci chiede spiegazioni, ma l’emozione è palpabile. Manco a dirlo, in una delle liste c’è un immigrato naturalizzato. L’integrazione si fa visibile anche in un piccolo seggio di provincia.
Ore 13.30
Pausa pranzo per gli elettori, tempo di chiacchiere per gli scrutatori. Si passa dai temi di attualità al gossip più becero. In fondo, bisogna pur passare il tempo. Ma essere rinchiusi due giorni in una stanza con le stesse persone fa nascere dei legami davvero imprevedibili. Curiosa capacità di adattamento dell’essere umano.
Ore 16
Per la prima volta noto un elettore che si ferma a leggere i nomi dei candidati. Forse tutti quelli prima di lui, assuefatti al sistema delle liste bloccate, non si sono nemmeno posti il problema? Eppure questa volta è possibile esprimere una preferenza… E pensandoci bene, non ho nemmeno mai sentito nessuno discutere della cosa più naturale di cui parlare qui, ossia delle elezioni stesse. Disinteresse? Ma chi è venuto si è pur preso la briga di votare…
Ore 19
Invio del fonogramma, affluenza al 30% circa. In calo anche qui.