Le domande senza risposta dopo l’ennesima strage nel Mediterraneo
Stamani ci svegliamo con l'incubo di altri centinaia di morti nel canale di Sicilia.
E ricominciano le domande senza risposta, scusatemi, ma sgorgano dal cuore e non riesco più a fermarle: perché si continua a morire in mare? Perché l'Europa non riesce a evitare tali catastrofi umanitarie? Perché non si risponde al pressante invito del papa per un'accoglienza degna? Perché ci commuoviamo dinanzi al piccolo Aylan ma non riusciamo a capire che ce ne sono altre migliaia nelle stesse condizioni? Perché l'opulento Nord non s'accorge che è finito il tempo di sfruttare il povero Sud? Perché proprio ora sono ricominciate le partenze dall'Egitto, forse un ricatto all'Italia per il caso Regeni, guardate che se non fate i bravi vi invadiamo di somali ed eritrei? Perché non si va a fondo nella questione degli aiuti ai Paesi dell'Africa sub-sahariana?
Ancora, perché la Grecia e l'Italia vengono lasciate sole nell'affrontare l'emergenza? Perché i Paesi dell'Est europeo rifiutano di accogliere migranti? Perché si trovano miliardi e miliardi per salvare le banche e solo pochi spiccioli per salvare i migranti? Perché si stringono accordi con la Turchia nonostante i mille e uno dubbi sul rispetto da parte di Ankara delle regole basilari dei diritti umani nei confronti dei migranti? Perché non si riesce a sconfiggere l'Isis? Perché si continua a credere nella bufala che i terroristi vengono in Europa coi barconi? Perché la Germania vuole solo i siriani? Perché non si capisce che l'Europa avrà bisogno di 50 milioni di migranti nei prossimi 20 anni per mantenere il suo attuale standard di vita? Perché non risuciamo noi europei a risolvere qualche guerra in Medio Oriente e perché continuiamo a pensare che con le armi si risolva tutto? Perché… perché… perché…
I momenti di crisi servono a porci le domande giuste. L'uscita dalla crisi avviene quando alcune di queste domande trovano risposta!