Le domande scomode sui cristiani gettati in mare
La notizia delle agenzie sull'ennesima tragedia del Mediterraneo ha stavolta connotati religiosi che pongono interrogativi seri che non possono limitarsi allo scontro tra cristianesimo e Islam ma coinvolgono i governi dei paesi di provenienza in guerra tra loro anche per ragioni economiche. Occorre far chiarezza
Questa mattina leggo: “Sbarchi, rissa sul gommone per motivi religiosi, gettati in mare dodici cristiani”. Questa è la notizia secca data dalla stampa nostrana in queste ore. Gli accusati sono musulmani, gli uomini gettati in mare invece di religione cristiana.
Un messaggio di questo tipo pone inevitabilmente dei quesiti. Anzitutto perché è successo? A quale gruppo etnico appartengono le opposte fazioni? Sul gommone c’è stata una disputa teologica tra disperati? O non sarà che avranno litigato per una coperta?
Sempre sulle agenzie leggiamo: “In dodici, nigeriani e ghanesi, sono stati gettati in mare dai loro compagni di viaggio”. Mentre quelli arrestati “provengono dal Mali, Senegal, Guinea Bissau e soprattutto della Costa d’Avorio”. Chiedo scusa ai lettori per questa domanda scomoda, ma non potrebbero esserci anche altri moventi? Ad esempio, il governo nigeriano e quello ghanese sono stati ripetutamente coinvolti nelle missioni dell’Ecomog (The Economic Community of West African States Monitoring Group) in Africa Occidentale e spesso la loro presenza in alcuni Paesi è stata percepita negativamente.
Una cosa è certa: quanto è avvenuto è gravissimo, ma prima di parlare di uccisioni "solo" per motivi religiosi, per favore andiamoci piano. Insomma, aspettiamo l'esito finale dell'inchiesta che comunque non sarà facile anche perché determinare con certezza la nazionalità dei profughi e la loro appartenenza religiosa è sempre molto difficile. La materia è delicatissima perché occorre scongiurare lo scontro tra le civiltà.