Le disavventure di due amici
Cinque anni fa uscì in Francia C’est la vie – Prendila come viene, enorme successo ma non in Italia, forse per via di un doppiaggio che non riuscì a “toccare” l’umorismo scintillante francese. Il film di Zalone non è un semplice remake, ma un punto di partenza (anche se cita alcune situazioni della commedia francese) per un racconto amarognolo e una volta tanto non romanocentrico. Aurelio (Paolo Kessisoglu) e il fotografo Giorgio (Luca Bizzarri) sono amici d’infanzia. Il secondo non sa che l’amico è l’amante della moglie Serena (Valeria Bilello), tanto lui è pieno di problemi con un figlio che si fa le canne e lo detesta. Aurelio ha ereditato dal padre la società “Il giorno più bello” che organizza matrimoni fastosi, ma è stanco, vorrebbe andarsene in barca con l’amante, vendere l’azienda che trascina a fatica dopo la pandemia. La difficoltà sentimentale si incrocia con quella di trovare un compratore dell’azienda, ma poi capita che il dottor Musso (Carlo Buccirosso) sarebbe interessato. Succede che proprio costui deve far sposare la figlia con un giovane aspirante ballerino e perciò si rivolge ad Aurelio perché organizzi un matrimonio con charme.
Lo spasso è tutto nella organizzazione, ricca di trovate stuzzicanti e originali, di personaggi divertenti dalle gag molto televisive e dal linguaggio molto scorretto (forse troppo) per uno sposalizio di alto livello. Sentimenti, frustrazioni, verità vengono alla luce nella confusione organizzativa ed anche i due amici vengono alle mani.
Zalone cinicamente divertito osserva uno spicchio dell’Italia attuale: madri innamorate dei figli ma non dei mariti, coppie superficiali, immigrati che fanno i lavori pesanti, figli senza padri, padri frustrati e poi le donne: protagoniste, libere, troppo intelligenti per avere un rapporto serio (spassosa la giovane psicologa che lavora in cucina) e amanti più degli animali (i gatti) che degli uomini. Che fare per i due amici, alla fine? Lo si capirà, secondo Zalone, vedendo questo film agile, dal buon ritmo e per nulla noioso, a parte i dialoghi ancora un po’ televisivi. Ma l’operazione corale sembra buona. Per essere la prima volta, funziona. Un consiglio: rivedersi l’originale francese, senza doppiaggio (bastano i sottotitoli italiani). Spassosissimo. E intelligente.
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