Le culle senza bimbi
Dati che fanno rabbrividire, gli ennesimi: in Italia 14.601 nascite in meno, il 6,18 % solo nei primi sei mesi dell’anno. Renzi e i politici passati, presenti e futuri hanno potuto e possono metterci tutto l’impegno che vogliono per fermare la crisi economica infinita, il tasso di disoccupazione in crescita, la chiusura di tante fabbriche. Il problema, lo diciamo da tanto tempo su cittanuova.it, è ben più profondo e grave: l’Italia non è più generativa. Una società non generativa è condannata alla progressiva decadenza.
Sono appena tornato dall’Asia, dalle Filippine in particolare, e come sempre sono stato colpito dalla diversità del pubblico che ho trovato innanzitutto negli aeroporti, e poi nelle strade. Qui tutto perfetto, scali straordinariamente tecnologici ed efficaci, niente code o quasi, si contano i secondi per la riconsegna dei baggali… Tutto giusto, tutto bene, tutto perfetto.
Ma, c’è un ma. A Manila si odono le grida e i giochi dei bimbi, qui niente. Nella povertà delle Filippine, c’è un popolo in grande dinamismo demografico, una società che ha immani problemi ma almeno non ha penuria di nuove energie. Il nostro problema è invece la mancanza di energie nuove.
Ricordo un vecchio collaboratore di Città Nuova, Egidio Santanchè, psichiatra infantile, che non smetteva mai di ripeterci in redazione che dopo i 3 anni la crescita dei bimbi rallenta irrimediabilmente, che dopo i 25 anni il declino è evidente, che dopo i 40 anni non si inventa più nulla.
Se non si rimette in moto la macchina demografica, l’Italia è destinata all’ineluttabile declino. Che Renzi e i politici di qualsiasi colore investano nella famiglia. È l’unico investimento che può portare veri frutti, ma solo a lungo termine. Purtroppo a breve gli effetti potrebbero essere solo limitati, e questo è un vero problema per un Paese in perenne campagna elettorale.