Le critiche e i complimenti
Non di rado succede che arrivano in redazione lettere infuocate che esprimono il disappunto per un articolo pubblicato sul nostro sito o sul mensile, mail di protesta perché su un determinato argomento, a dire del mittente, non abbiamo preso posizione, messaggi scritti di pancia, con in copia altri destinatari che, sempre il mittente, considera necessario coinvolgere, talora anche offensivi della dignità di chi scrive e non lesina sforzi per far vivere Città Nuova.
Premesso che le critiche fanno sempre bene, perché stimolano a crescere (personalmente, quando incontro gruppi di lettori, chiedo sempre di cominciare dal dirci ciò che dobbiamo migliorare), quello che a volte dispiace sono l’atteggiamento e i toni usati. In genere cerco di rispondere subito alle mail che ricevo e a questo genere di corrispondenza ancora di più, ringraziando anzitutto, perché comunque ci sentiamo pensati, e magari provando a intavolare un dialogo con la persona che ha scritto.
Il più delle volte ricevo delle scuse e una riconsiderazione del pensiero espresso: una bella occasione per rafforzare l’amicizia.
Arrivano anche messaggi di tutt’altro genere, di quelli che ti incoraggiano ad affrontare le onde agitate del tempo che viviamo. Diversamente dai primi, non vogliono fare clamore, non hanno altre persone in copia, sono… una carezza personale che arriva ora all’uno ora all’altro della redazione. Ne riporto uno, mandatoci da una consigliera del Centro internazionale del Movimento dei Focolari, che ci ha colpito particolarmente perché ci ha fatto tornare alle radici di Città Nuova, al motivo per cui è nata proprio 65 anni fa, il 14 luglio 1956: tenere collegate le persone che, dopo un’intensa esperienza di fraternità, la Mariapoli, vissuta sulle Dolomiti trentine, volevano continuare ad alimentare con l’ideale dell’unità l’anima e la mente.
Scrive così: «Ho avuto adesso il tempo per leggere Città Nuova. Non ho letto tutto tutto, ma tanto e sai? Mi sembra di essere stata in Mariapoli!! Era come essere sotto un grande torrente di vita che fa bene, incoraggia, apre la mente. Grazie!!!».
Certo, Città Nuova è molto cambiata in questi 65 anni, e anche solo nell’ultimo anno, ed è comprensibile un po’ di disorientamento da parte di alcuni nostri lettori. Per questo vi invitiamo non solo a scriverci, ma anche ad incontrarci perché è nel dialogo che possiamo crescere insieme. Intanto, come promesso, ecco il nuovo carattere che dovrebbe aiutare la leggibilità e poi… una sorpresa a pag. 49.