Le conseguenze della guerra sulla salute
Che un evento bellico comporti perdita di vite umane è cosa nota. Meno conosciute sono invece le conseguenze sull’equilibrio psichico degli attori o degli spettatori di un conflitto. Dopo la seconda guerra mondiale, quella del Vietnam e quella più recente del Golfo, gli psichiatri hanno dovuto curare un nutrito numero di persone che vi hanno partecipato, direttamente o indirettamente, per una serie di disturbi. Si trattava per lo più di paura intensa, sentimenti d’orrore o d’impotenza. La situazione bellica era rivissuta in uno o più modi: con ricordi e sogni spiacevoli e ricorrenti dell’evento; agendo come se il fatto traumatico si stesse ripresentando, con la sensazione di rivivere l’esperienza, accompagnata da allucinazioni. Il disagio psicologico intenso si accompagnava spesso all’incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma. Potevano coesistere sentimenti di distacco e d’estraneità verso gli altri, ridotta affettività, incapacità di amare i propri congiunti. Inoltre sfiducia nel futuro, insonnia, irritabilità e scoppi di collera, difficoltà di concentrazione, ansia, vigilanza ossessiva.Tutti questi sintomi, presenti in parte o totalmente furono riuniti in un nuovo stato morboso definito come: “sindrome post-traumatica da stress”. Più di recente invece è stato sottolineato come lo stesso stress psichico violento possa agire anche sulla sfera fisica delle persone. Qualificate indagini cliniche hanno dimostrato che su questi individui si manifestano con una maggiore frequenza, statisticamente indicativa, rispetto ad altri di pari età e sesso, ipertiroidismo, ipertensione, malattie coronariche, asma bronchiale, ulcera duodenale, tanto per citare le più comuni. Risultati del genere sono, a nostro avviso, molto eloquenti circa la necessità di riflettere bene prima di dare inizio ad un qualsiasi conflitto. Anche perché esso è generalmente la conseguenza del fallimento della politica e della diplomazia ed il trionfo dell’egoismo.