Le città dicono no

Si celebra oggi "Cities for life", l'iniziativa promossa dalla Comunità  di Sant'Egidio per l'abolizione della pena di morte. Un lungo percorso a piccoli passi, che ha già  portato lontano la campagna abolizionista.
colosseo

Correva l’anno 1786. Il 30 novembre il Granducato di Toscana, primo al mondo, aboliva la pena capitale. Erano passati poco più di vent’anni dalla ferma condanna espressa da Cesare Beccaria nel celebre saggio Dei delitti e delle pene, ma già era iniziato un cammino sul quale si sarebbero incamminati sempre più Paesi. Per questo la Comunità di S. Egidio nel 2002 ha scelto questa data per celebrare la Giornata mondiale delle città per la vita / città contro la pena di morte.

 

Secondo il rapporto 2009 di Nessuno tocchi Caino, associazione internazionale per l’abolizione della pena di morte, questo traguardo è stato pienamente raggiunto in 96 Paesi. Altri 42 sono abolizionisti di fatto, ossia non la applicano da almeno dieci anni, mentre otto la applicano soltanto in circostanze eccezionali (quali lo stato di guerra o crimini particolarmente efferati) e cinque hanno posto una moratoria sulle esecuzioni. Sono 46 gli Stati in cui viene ancora applicata – contro i 49 del 2007, i 51 del 2006 e i 54 del 2005 – di cui 36 Paesi dittatoriali, autoritari o illiberali. Il record di esecuzioni spetta alla Cina (oltre 5000 l’anno) seguita dall’Iran (almeno 200 nel 2009), ma desta preoccupazione anche la situazione del “civilissimo” Giappone, dove i condannati vengono avvertiti un’ora prima dell’esecuzione e i parenti soltanto a condanna eseguita. Negli Usa, dopo anni di costante declino, nel 2009 il numero di esecuzioni è tornato a salire (48 finora, e 5 in programma a dicembre).

 

Ma i passi avanti sono più di quelli indietro: l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato due risoluzioni per una moratoria universale (nel 2007 e 2008) a larghissima maggioranza; la Corte costituzionale russa ha stabilito che lo stop alle esecuzioni vigente nel Paese sarà mantenuto anche dopo la scadenza prevista per il 2010, in ragione degli impegni internazionali sottoscritti dalla Russia in materia di diritti umani; alcuni Stati Usa – l’ultimo il Kentucky – hanno sospeso le esecuzioni in attesa di chiarimenti sull’uso dell’iniezione letale, mentre la Libia ha annunciato lo scorso 25 novembre una riduzione dei reati puniti con la morte. Segue così le orme della Tanzania, che solo il giorno prima aveva depennato ben 75 reati da questa lista nera.

 

Insomma, c’è motivo per festeggiare: sono 1169 le città che in ogni parte del mondo hanno aderito alla campagna di S. Egidio, tramite varie iniziative che si tengono nei loro luoghi simbolo. A Roma la giornata si è aperta la sera del 29 novembre con l’illuminazione del Colosseo, mentre il 30 si tiene la Conferenza internazionale “Città per la vita” trasmessa anche sul web. Tutte le informazioni sul sito.

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