Le Chiese del risveglio temute dai governi africani

Il fenomeno religioso che sta prendendo piede in tanti Paesi ha messo in allarme le autorità poiché i fedeli vengono sottoposti a pene corporali e derubati dei loro averi. Aperte indagini giudiziarie a tappeto, anche se qualcuno li tollera per impedire cambiamenti politici
Sfollati in Centrafrica

Le Chiese "risvegliate o del risveglio" hanno preso piede nel continente africano agli inizi del XX secolo. Si tratta di movimenti religiosi provenienti dalle Americhe che hanno esportato il loro credo dapprima nell’Africa occidentale (Liberia, Sierra Leone, Benin, Togo, Nigeria) e poi con una rapida diffusione in tutti gli altri Paesi.

 

Il 1990 poi ne ha segnato il boom in concomitanza con la nuova era di transizioni democratiche che attraversavano il continente. Terreno del loro sviluppo è la povertà e l’Africa sub-sahariana si è rivelata il luogo perfetto perché i poveri sono sempre pronti ad attendere ed ascoltare miracoli. Queste Chiese si sono installate nelle aree periferiche non raggiunte dall’elettricita, all'ingresso dei villaggi e crescono a vista d’occhio, come le anime che le seguono in attesa di salvezza. La loro presenza e il loro notevole sviluppo ha rotto il monopolio della Chiesa cattolica e delle Chiese protestanti. Solo nella città di Brazzaville si contano oltre 500 Chiese del risveglio con un numero di seguaci che va da  15 a 20 mila persone.

 

La loro presa sulla società è in crescita e i governi non riescono a controllarne l’impatto e gli effetti. «Spesso prive di autorizzazione legale e mal viste dai cattolici, queste Chiese predicano una forma di intolleranza religiosa, che li aiutoesclude da qualsiasi forma di dialogo ufficiale», secondo la relazione dell’International Crisis Group, una organizzazione non governativa che monitora l’impatto di questi gruppi nelle società.

 

L'elenco delle violazioni attribuite ai sostenitori di questi movimenti religiosi è lungi dall'essere esaustivo: percosse, sequestro dei fedeli, furto degli stipendi, lavoro forzato e truffe di ogni genere. Le autorità camerunesi hanno chiuso decine di luoghi di culto a Yaoundé, Douala (sud), Bafoussam (ovest) e Bamenda (North West) tre anni fa ma la maggior parte in maniera clandestina continua ad operare sul territorio.

 

In Sudafrica, il governo ha deciso di aprire un'indagine sulle varie Chiese e sul loro finanziamento. Una decisione che segue diversi scandali legati a pseudoprofeti e a poveri ridotti alla miseria. Per Thoko Mkhawanazi della Commissione di tutela dei diritti religiosi, questi gruppi «traggono vantaggio della disperazione della gente che proprio perché in questa condizione crede a tutto. E quindi li costringono a mangiare serpenti vivi, a bere petrolio, ad accettare di essere calpestati senza lamentarsi. Mi chiedo come può la gente essere così credulona».

 

Spuntate come funghi in ogni angolo delle città e delle campagne, queste Chiese hanno chiesto anche alle semplici case di famiglia di trasformarsi in tempio del Signore, dove i "profeti" approfittano della miseria delle persone a cui promettono miracoli nel campo del lavoro, per un concorso in una scuola o addirittura per un impiego nello staff governativo: fondamentale è allontanarsi dalle Chiese considerate tradizionali per riunirsi solo ai nuovi padroni della fede. A fronte di alcune inchieste aperte in vari Paesi africani, tanti governi continuano a tollerare la presenza di questi gruppi e qualcuno li incoraggia persino ad addormentare le coscienze e ad eliminare qualsiasi ambizioni di cambiamento in direzione più democratica. 

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