Le cattive compagnie

“La nostra Gabriella frequenta la terza elementare. È andata sempre d’accordo con i compagni e la maestra. Purtroppo quest’anno è arrivata una bambina extracomunitaria, Soraya, che le fa tanti dispetti: graffi, morsi, spesso le ruba la merenda. Poi improvvisamente la colma di delicate attenzioni. “Gabriella, che le è stranamente molto affezionata, si rifiuta di dire tutto alla maestra. Siamo andati allora noi genitori a parlarle. Anche lei, come pure la direttrice, ha manifestato le sue perplessità. Non hanno però saputo consigliarci. “Che fare? Cambiarla di sezione? Non ci sembra giusto che nostra figlia debba subire tante violenze “. I genitori di Gabriella La società e la famiglia stanno veramente cambiando. Ora si è meno chiusi e si accettano con più maturità “quelli di fuori”. In molte scuole, dopo le iniziali diffidenze e il tentativo dei genitori di preservare i loro figli dai compagni extracomunitari, si è instaurato un clima diverso. I ragazzi, spesso figli unici, scoprono nei compagni dei fratelli” Mi dicono da Viterbo che, per la tenace opera dei genitori, è stato accolto, ed ora coccolato, il loro figlio disabile che ha trasformato i suoi morsi in baci, i suoi spintoni in abbracci. Nella nuova società multietnica, s’impara a considerare tutti gli uomini fratelli. Si moltiplicano nelle scuole iniziative che favoriscano la conoscenza (gite scolastiche, visite a mostre, a centri di agriturismo), e in famiglia feste che aprono all’accoglienza. È giusto preservare Gabriella, ma non sarebbe il caso – d’accordo con le altre famiglie e con la scuola – di tendere una mano a Soraya? Isolandola ed evitandola, non si corre il rischio di aumentare le sue note aggressive?

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