Le caserme aperte ai migranti?
«Quello che da anni l’opinione pubblica si domandava, finalmente sta trovando riscontro tra le amministrazioni dei comuni coinvolte nell’accoglienza degli immigrati: perché non utilizzare quelle enormi caserme, vuote da anni, che un tempo erano destinate all’esercito, alla finanza, alla marina, per ospitare gli extracomunitari? Perché tenerli in disuso, chiusi e destinati a nulla? Tanto più che sono dello stato, o l’esercito, la finanza, la marina non fanno parte dello stato italiano? Quali interessi dominano su queste strutture? Mi vien da pensare che c’è gente che ci marcia e alla grande».
Basta fermiamoci qui, e soprattutto fermiamo il nostro interlocutore, che avrebbe ben più da raccontare. Fatto sta che ora qualcuno ci ha pensato, per la verità è stato solamente un primo cittadino, quello di Ventimiglia, ma c’è da augurarsi che a seguire l’esempio e far arrivare altre richieste siamo altri sindaci sparsi per l’intera penisola, visto che le caserme vuote sono disseminate su tutta la penisola, proprio come gli immigrati.
Nel caos più totale e in previsione che nei prossimi mesi se ne aggiunga dell’altro, esasperato da questa situazione Enrico Ioculano, primo cittadino di Ventimiglia, sostenuto dal ministro dell’Interno Marco Minniti, ha inviato una missiva all’esercito per domandare se si possono utilizzare le caserme che sono rimaste fino ad oggi chiuse per i migranti. La stessa richiesta per la verità l’aveva pure rivolta il ministro della difesa Roberta Pinotti ai vertici delle Forze Armate, ma le stesse non avevano preso in considerazione tale richiesta. Ora, però, qualcosa deve accadere perché a Ventimiglia la situazione non è più sostenibile.
«Il ministro dell’Interno ha deciso di aprire un canale di confronto e di comunicazione congiunto e permanente anche col ministero della difesa per far fronte alle esigenze riportate. Nei prossimi giorni i due ministeri faranno il punto con la Prefettura di Imperia e metteranno in campo misure operative concrete e decisive da applicarsi immediatamente».
È quanto da detto il sindaco Ioculano a fine riunione sulla situazione migratoria di Ventimiglia, chiesta dallo stesso primo cittadino e convocata presso il ministero dell’Interno alla presenza di Marco Minniti, alla quale hanno partecipato anche Franco Vazio, vice presidente della commissione Giustizia della Camera e funzionari dei ministeri di interno e difesa.
Pochi giorni era stato Pierluigi Vinai, segretario di Anci Liguria, a dar voce al disagio non più sostenibile nella cittadina di confine. «Non si può continuare a dare addosso ai sindaci. Io continuo a dire che lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) è il miglior sistema, anche se ci sono aspetti da migliorare.
Ma occorre guardare anche altrove. Penso ad esempio alle caserme dismesse, ai conventi e seminari chiusi, alle case di Arte (sigla con cui si indicano le case popolari a Genova) non in graduatoria, le case cantoniere. Si potrebbero usare queste strutture per iniziare ad accogliere queste persone e non gravare solo sui comuni».
L’esercito ad oggi non pare non sembra aver collaborato all’emergenza, come neppure Arte, che ha rifiutato la richiesta del prefetto di Genova Fiamma Spena di avere a disposizione gli alloggi vuoti nonostante si sia fatto presente che non si tratta di un periodo a lungo termine, ma solo di una soluzione temporanea.
«Ho rappresentato la grave situazione che vive la città di Ventimiglia, sviscerando le criticità che si sono create sul territorio, le ricadute a livello sociale ed economico che stiamo subendo e gli effetti negativi sulla cittadinanza in merito al tema sicurezza – ha affermato il sindaco –. Ho chiesto un impegno straordinario del ministro e del governo chiedendo una forte collaborazione ed interazione di tutti gli attori in campo. Devo sottolineare che ho riscontrato piena disponibilità ad aiutare la nostra città per far fronte a questa situazione che ha tratti eccezionali e straordinari».