Le arti al Globe Theatre
L’arte è una e molteplice nello stesso tempo: cioè, si diceva una volta, le arti sono fra loro sorelle, espressioni differenti dello stesso slancio verso la verità e la bellezza. I grandi artisti – da Dante a Michelangelo, da Wagner a Shakespeare, per non parlare del teatro greco antico – l’hanno vissuto e sperimentato. Che sia vero lo dice pure lo spettacolo messo in scena al Globe Theatre di Roma, diretto da Francesco Sala e dedicato a Il canto di Shakespeare.
Si è trattato di un intenso momento dove musica recitazione e scena hanno condiviso per il pubblico una rivisitazione di brani tratti dai celebri personaggi del Bardo, come Giulietta e lady Macbeth, Desdemona e Amleto, Cleopatra e Didone…Figure femminili per lo più, cui ha dato voce anima e corpo Pamela Villoresi, che non si è certo risparmiata.
La novità più originale per il grande pubblico è stata forse la possibilità, rara, di ascoltare dal vivo le musiche di alcuni compositori contemporanei del Bardo, brani che commentavano o inframmezzavano la recitazione. Creavano quell’insieme di prosa musica e talvolta danza tipico dell’età elisabettiana e che da noi, in Italia, faceva nascere il melodramma. I musicisti erano autori come Robert Johnson, William Bird, Thomas Morley, John Wilson. La loro musica – ricca di modulazioni, di accensioni e di ricami prebarocchi – è stata resa da un tenore virtuoso come lo spagnolo Andrés Montilla Acurero con grazia deliziosa, immedesimazione sentimentale autentica. Con questa voce si accompagnava l’Ensemble strumentale Musica Antiqua Latina diretto dal maestro Giordano Antonelli, che suonava la ribeca, insieme a Francesco Tomasi (liuto e chitarra), Silvia De Maria (viola da gamba) e Massimiliano Dragoni (salterio e percussioni).
La peculiarità di questo Ensemble, noto da anni, è quella di far rivivere la musica “antica”, dal rinascimento al tardo barocco fino a Mozart, non solo con acuta perizia tecnica e filologica; ma con un’anima innamorata dello stile fiorito, molto emotivo quale è quello di queste composizioni, puntando anche ad improvvisazioni, in aderenza alla sensibilità focosa e fantasiosa del barocco. In questo modo la musica è parsa sorella della recitazione, anzi suo prolungamento e commento, se non addirittura voce di quei sentimenti più nascosti che nemmeno la parola riesce sempre ad esprimere. La musica di questi autori, melodiosa ardente e densa, ha creato atmosfere, suscitato emozioni. Ha recitato il sottotesto dei brani, quasi portandolo alla luce con sonorità spesse,così unite da sembrare una orchestra. Ha fatto passare davanti alla nostra mente Amleto e Desdemona, Otello e Romeo, Oberon e Prospero e tanti altri. Vivi, anche grazie alla sobrietà delle scene e dei costumi e all’armonia fra voce recitante e voce strumentale.