Uomini con le ali
Le ali del titolo sono quelle degli uccelli e degli angeli, strumenti biologici e fantastici che evidenziano la metafora dell’unisono e della simbiosi. Ma le/ali è anche la lealtà, simbiosi morale dei rapporti umani. Come le ali vuole indagare una possibile utopia a partire da un’assenza: quella del “primo” delitto: di Caino e Abele. Se nel precedente Corpo a corpo il perimetro della scena era delimitato da un ring per la presenza di due veri boxeur, e cosparso, successivamente, da un quadrato di sale, in Come le ali – secondo step di “meditazione” su Caino e Abele, progetto di Roberto Zappalà che riunirà le due coreografie, ma variandone la struttura, al Festival Bolzano Danza, il 18 luglio, sotto il titolo Liederduett – la scena-ring è circoscritta da un perimetro di candide piume che sembrano sospese nel mare nero del palcoscenico.
L’avvio della coreografia è dato, anche qui come nel precedente, dal vociare invisibile di fan e dalla corsa da fermo di un danzatore, subito dopo, spostandosi in avanti, illuminato da una luce verde scaturita da una fonte a doccia che sfumerà in rosso e in giallo colorando quel serpeggiante corpo nascente esposto alla visione. Sul fondo avanzerà timidamente l’altro partner attraversando più volte il tappeto di piume per giungere, dopo sguardi reciproci di circospezione, al ricongiungimento. Identificatisi, i due, come chierichetti, incenseranno inizialmente il perimetro, quasi a sacralizzare quel luogo metafisico che li accoglie. L’incontro segnerà il riconoscimento dell’altro da sé, e l’intesa scaturita corroborerà un legame in crescita di scoperta, di condivisione, di affratellamento, di simbiosi.
Se in Caino e Abele il coreografo catanese esplorava la violenza fratricida, qui l’indagine è rivolta alla riconciliazione, alla coesistenza armoniosa, all’utopia dell’unità tra gli esseri. Sono i temi di cui si nutre Zappalà e che alimentano in questi ultimi anni l’ambizioso progetto “Transiti Humanitatis”, esplorazioni molteplici di temi della nostra cultura umanistica. Il duetto dei bravissimi Adriano Coletta e Filippo Domini tende a creare un nuovo organismo biologico unificato dalle due creature dai costumi chiazzati, calzamaglie mimetiche dai molti colori che li accomunano a piante e animali. I gesti, infatti, sono morbidi, fluttuanti, gli intrecci robusti, le prese veloci; a terra articolano gambe e piedi come arbusti; strisciano sinuosi, carponi; saltellano, rotolano; hanno scatti e figurazioni all’unisono, spalla a spalla, mano nella mano, in equilibri mutevoli che li vedranno ballare al ritmo di salsa, o infrangere le posture al variare del tessuto sonoro che spazia dal pop di Scott Walker della canzone Jackye, all’ambient di Pan American di Lights on water, dal Concerto n.2 per pianoforte di Brahms al metal di Sunn 0))) & Boris.
Il cambio di registro aggiunge alla scrittura coreografica quella verbale facendo dire loro parole che affermano il loro sentirsi parte di un tutto: «Noi siamo le balene, loro sono gli squali; noi siamo gli agricoltori, i pastori, l’albero, la radice, il silenzio…». E una voce fuoricampo, forse Dio che li riconosce come sue creature, stendendo quel tono sul loro sostare inginocchiati guardando oltre, aggiunge nel finale: «Loro sono una storia. Loro sono la… Storia. Lui è il rinoceronte, lui è l’uccello guardiano. Sono mutuali. Lui è lo squalo, lui la remora. Sono commensali. Lui è il crostaceo, lui invece la balena. sono inquilini. Lui è l’onda, e lui la particella. Sono la luce».
“Come le ali (2° meditazione su Caino e Abele) ”, da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà, dal progetto “Liederduett (due episodi su Caino e Abele)”, coreografia, regia luci e scene Roberto Zappalà, danzatori Adriano Coletta e Filippo Domini. Liederduett é una co-produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza -Centro di Produzione della Danza e Bolzano Danza/Tanz Bozen in collaborazione con KORZO (Den Haag, NL) e MilanOltre Festival. A Viagrande Studios, Viagrande (CT); a Roma, Teatro Biblioteca Quarticciolo; al Festival Bolzano Danza, il 18/7.