L’avanzata degli eserciti etnici in Myanmar
Come molti autocrati che conosciamo dalla storia, anche quello del Myanmar, il generale Minh Aung Hlaing, ama affidarsi ai poteri magici per andare avanti nella sua folle campagna contro le forze etniche che combattono per la libertà del Myanmar dal regime che sta distruggendo il Paese. Ma la magia non sembra favorire il generale.
L’ultimo tentativo del capo della giunta militare di assicurarsi il favore di poteri occulti è fallito qualche domenica fa, quando il regime ha perso il controllo di un’altra città dello Stato di Rakhine, nel Myanmar occidentale. Min Aung Hlaing e la sua famiglia si trovavano a Bago per riconsacrare Kyaikhtiyo, l’antica pagoda di Kyaik Pannaya. Bago è stata la capitale del regno Mon di Hanthawaddy durante il XIII-XVI secolo, ma la pagoda sarebbe stata costruita dai re Mon oltre mille anni fa. Durante la cerimonia, Min Aung Hlaing ha fatto risuonare 9 volte la campana della pagoda, secondo un rituale volto a scongiurare la sfortuna. Il numero 9 è infatti considerato di buon auspicio nella numerologia birmana ed è un talismano che i generali del Myanmar hanno adottato da tempo.
Ma il rituale yadaya di Min Aung Hlaing non si è mostrato all’altezza dell’Esercito dell’Arakan (AA), un gruppo armato etnico con base nello Stato di Rakhine che da novembre dello scorso anno si oppone al regime nella regione occidentale del Myanmar. Quello stesso giorno, infatti, l’AA si è impadronito della città di Rathedaung, dopo aver occupato nei mesi scorsi numerose altre città.
La vera e propria ossessione di Min Aung Hlaing per la riconsacrazione delle pagode sembra derivare dal suo desiderio di conquistare la presidenza del Paese. Ha iniziato già a febbraio 2020 riconsacrando il tempio di Htilominlo, a Bagan, risalente al XII secolo, in vista delle elezioni di novembre dello stesso anno. Secondo antiche tradizioni, i governanti che fanno offerte alla pagoda ricevono benedizioni e godono di un lungo regno. Il generale ha anche fatto costruire a Naypyitaw una colossale statua di Buddha, ritenuta il Buddha seduto più grande del mondo (alto 25 metri). Il simbolismo della statua del Buddha Maravijaya è strettamente associato al numero 9 e il nome maravijaya significa “conquistare i pericoli”. Ma sembra proprio che qualcosa non funzioni, nonostante le colossali offerte in denaro ed oro che il generale continua ad elargire ai monaci che lo appoggiano. A conferma che non riesce però a far girare la fortuna dalla sua parte, l’esercito indipendentista Kachin (KIA) e i suoi alleati hanno conquistato in due giorni 9 roccaforti controllate dal regime nelle municipalità di Waingmaw e Momauk, nello Stato Kachin.
L’Esercito indipendentista KIA, l’Esercito Arakan e altri gruppi armati che costituiscono la Forza di Difesa del Popolo (PDF) avrebbero occupato, pochi giorni fa, un importante campo militare vicino ai villaggi di Nahpaw e Pajau Bum nel sottodistretto di Waingmaw. Secondo il KIA sono cadute anche altre 5 postazioni tra il villaggio di Pajau Bum e la città di Laiza. Il 438° battaglione di fanteria leggera, che si è arreso, controllava l’importante strada Myitkyina-Bhamo e il quartier generale del KIA a Laiza. Sabato 23 marzo si è arreso anche il 370° battaglione di artiglieria. Il KIA e i suoi alleati avevano conquistato il quartier generale del 142° battaglione di fanteria di stanza a Dawthponeyan l’8 marzo, e il quartier generale del 237° battaglione di fanteria di Dasai, nella township di Momauk, il 15 marzo. Negli ultimi 16 giorni il KIA e i suoi alleati affermano di aver assunto il controllo di quasi 50 presidi del regime, compresi i quartieri generali di battaglione delle città di Tanai, Hpakant, Sumprabum, Waingmaw e Momauk. Il prossimo obiettivo della PDF potrebbe essere Bhamo, capoluogo di distretto nel Kachin meridionale. Il KIA ha dichiarato che 6 miliziani sono stati uccisi e 10 gravemente feriti, mentre il regime ha avuto numerosi morti e, soprattutto, centinaia di soldati si sono arresi.
Da non dimenticare che intanto continuano l’occupazione ed il bombardamento di chiese, templi e luoghi sacri. Approfittando della stagione secca, molti civili si rifugiano nelle foreste, dove dengue ed altre malattie tropicali non mancano. Ma cos’altro potrebbero fare?
Per quanto ci riguarda, conviene che includiamo tutta questa gente, si parla di 1,6 milioni di persone in fuga, nelle nostre preghiere: chiediamo, nella Pasqua che si avvicina, la pace anche per il Myanmar.
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