L’autunno caldo dello streaming

L'autunno caldo dello streaming

Celebrata con generale soddisfazione la scomparsa del tormentone unico, archiviata tra gli squilli dei telefonini d’ultima generazione la consueta messe di latinismi da spiaggia, riesumati i neuroni sopravvissuti all’afa e all’insipienza dell’etere radiofonico, il Belpaese discografico è finalmente pronto ad una nuova esaltante stagione di collassi.

L’ultimo codice rosso arriva da una ricerca inglese. Parola d’ordine: streaming. Per quei pochi vetero-consumatori che non lo sapessero, lo streaming è quell’operazione che consente di ascoltare la musica via Internet senza doverla scaricare nei propri I-pod o nei propri computer. A differenza del down-load che consente di acquistare album e canzoni direttamente dalla Rete, lo streaming è gratuito, poiché trattasi di ascolto e non di acquisto. Da qui un altro passo verso l’ennesima mutazione transgenica del mercato della musica, almeno nel senso fin qui conosciuto e praticato.  

La storia della discografia è fatta di pochi epocali passaggi, riassumibili in un solo paragrafetto: dai paleolitici 78 giri del primo Novecento, ai 45 e 33 giri dei Sessanta, quindi il passaggio dell’era digitale e dei cd dalla metà degli anni Ottanta, e a seguire, l’avvio della definitiva virtualizzazione del prodotto canzone con l’avvento dei file mp3. Meno di un secolo per quattro rivoluzioni che hanno cambiato la società umana forse molto più di tante altre, e se non altro, in modo assai meno sanguinoso.

Bene. Con lo streaming nulla di tutto ciò è più necessario: poiché ormai tutta la musica del mondo è sempre nell’aria, in una sorta di immensa discoteca galattica sempre aperta, e soprattutto capace di raggiungerci ovunque noi siamo: dunque non c’è più alcun bisogno di comprarla la musica, né di possederla; non c’è più né un dove, né un cosa, né un quando a mettersi in mezzo.

 

Ovviamente so bene di scrivere cose tanto astruse per un settantenne quanto ovvie per un sedicenne. Ma è così che da sempre funziona la tecnologia. E la ricerca inglese, guarda caso, ci dice che già due adolescenti su tre oggi ascoltano musica in streaming praticamente ogni giorno. Certo, siamo ancora agli albori della nuova era, ma altri dati aggiungono indicazioni dell’aria che tira e della sua direzione: fino a qualche tempo fa il 42 per cento di questi ragazzi scaricava musica illegalmente, oggi la percentuale è scesa al 24 per cento.

Ormai si trova tutto su Youtube e Spotify (un nuovo sito dove la musica “si paga” ascoltando uno spot pubblicitario di pochi secondi), o nella miriade di web-radio che popolano la Rete: giusto per darvi un’idea, la più famosa, Last.fm, conta su 300 milioni di iscritti in tutto il mondo. Ed ovviamente anche qui lo streaming impera.

E i discografici? I pochi sopravvissuti alla strage si convertono. Ovviamente non a una concezione un po’ meno mercificata del prodotto canzone, ma riciclando in mille modi il proprio modus operandi: videgiochi e pubblicità, merchandising e cellulari. E quanto allo streaming, si consolano col fatto che almeno gli consente di risparmiare sulle copie promozionali da spedire ai recensori…

E la musica, e gli artisti? Beh, quella e quelli ancora degni di tale nome sopravviveranno in qualche modo, metabolizzando quest’ennesima rivoluzione come han fatto con tutte le altre. Vi terremo aggiornati.

 

 

CD NOVITA’

 

Elvis Costello

Secret Profane & Sugarcane 

(Universal)

 

L’altro Elvis è dalla fine dei Settanta uno dei cantautori più personali, originali e raffinati del panorama britannico. Emerso dal gran bazar della new-wave ha via via emancipato il proprio stile prendendo sempre più le distanze dai banalismi del pop-rock. Oggi torna ai vecchi amori (il country in primis, ma anche lo zydeco il blues e il rockabilly) che fecero di album come “Almost blue” e “King of America” delle delicatessen per palati raffinati. Un ritorno al passato (suo e della musica popolare a stelle e strisce) molto ben prodotto da T.Bone Burnette nel segno di una nostalgia acusticheggiante così retrò da sembrare post-moderna…

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