L’autunno caldo della Sardegna

Diversi i fronti aperti che l’isola si trova ad affrontare. Vertenze aperte nell’ambito della pastorizia e del trasporto aereo. Un tunnel sempre più buio con qualche piccolo spiraglio di luce
pastori sardi

Un inizio d’autunno tutt’altro che tranquillo in Sardegna. I problemi legati al mondo del lavoro stanno riaffiorando in tutta la loro drammaticità.

L’ultima in ordine di tempo è la protesta di migliaia di pastori sardi che hanno marciato su Cagliari per chiedere risposte alle loro esigenze da parte di una politica regionale che, a loro dire, non è stata finora in grado di risolvere i problemi di uno dei comparti tra i più importanti nell’economia dell’Isola.

A guidare il Movimento Pastori Sardi (Mps), è Felice Floris. «Abbiamo chiesto di contrastare il fenomeno della “lingua blu” – ha detto il leader del Mps – combattendo l’insetto vettore responsabile, che da 14 anni continua a distruggere il nostro bestiame e loro hanno risposto con le vaccinazioni, continuando a creare seri problemi agli animali e ai nostri già magri bilanci. Abbiamo chiesto di essere risarciti e hanno risposto con ridicole reintegrazioni. Abbiamo chiesto che venisse difesa la nuova riforma della Politica agricola comune, invece scopriamo che la Sardegna perderà soldi – sostengono i pastori -. Abbiamo chiesto di essere presenti alla discussione del nuovo Piano di sviluppo rurale e non ci hanno nemmeno risposto».

La Regione, per bocca dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha confermato la disponibilità al dialogo evidenziando però «che anche il 10 luglio, quando il signor Felice Floris ha partecipato, come rappresentante della sua Organizzazione di produttori, ad un incontro sul nuovo Piano di sviluppo rurale, avrebbe potuto presentare proposte e suggerimenti, ma così non ha fatto. La disponibilità per lavorare nell’interesse del mondo delle campagne c’è tutta ed è una disponibilità inserita in un clima di reciproca fiducia e di rispetto».

Sul tavolo oltre al problema della epidemia di lingua blu, che sta interessando molti capi ovini in Sardegna c’è quello tutto economico del prezzo del latte. Qui la querelle è con i produttori. I pastori definiscono insufficiente il prezzo stabilito dagli industriali del latte che mantengono sotto i 90 centesimi. Da qui la richiesta di rivedere il prezzo e superare quella quota. Il comparto ovi-caprino isolano conta oltre 5 milioni di pecore e 250 mila capre, ovvero il 70 per cento del latte ovino ed il 50 per cento di quello caprino italiani.

Ma quella dei pastori non è la sola vertenza. Da mesi si trascina un lungo braccio di ferro tra il management della compagnia aerea Meridiana ed i lavoratori. Sul piatto ci sono 1.600 esuberi, che porterebbero ad un drastico ridimensionamento di quello che per lungo tempo è stato il secondo vettore sui cieli italiani.

Lunedì scorso ad Olbia, in un consiglio comunale aperto, il presidente di Meridiana, Marco Rigotti, ha ribadito che la compagnia «non è in grado di farsi carico del personale in eccesso alla fine della procedura della cassa integrazione». Una notizia che ha messo in allarme sindacati, lavoratori, ma anche il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, considerato che nella cittadina gallurese gravitano almeno la metà dei lavoratori a rischio mobilità.

In questo clima tutt’altro che sereno una notizia può dare speranza: la moneta virtuale Sardex, circuito monetario virtuale nato in Sardegna nel 2009, parteciperà allo sviluppo di nuovi sistemi digitali di pagamento da mettere al servizio delle pubbliche amministrazioni. Un programma sperimentale, Digipay4growth, inserito dall’Ue tra quelli strategici, al quale Sardex prenderà parte per i prossimi tre anni in collaborazione con la Regione Sardegna ed in parallelo ad altri due progetti varati in Inghilterra e Spagna.

Una piccola luce nel buio del presente sardo.

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