L’autonomia dei ragazzi
Cari genitori, stiamo per arrivare al terzo appuntamento del corso “Migliorare la relazione con gli adolescenti” che quest’anno si focalizza sul potenziamento delle abilità affettive e relazionali degli adulti verso i ragazzi, a partire da alcune tipologie di disagio ricorrenti.
È un corso complementare rispetto alla prima edizione: non solo per la durata (dieci incontri invece di cinque) ma anche perché ha un taglio ancora più pratico-applicativo. Partendo dalla narrazione di alcune storie di vita, lavoreremo insieme su cosa fare e come affrontare al meglio situazioni di difficoltà dei ragazzi.
Chi ha partecipato alla prima edizione, vi troverà molti elementi di continuità (chi ha perso il primo corso può chiederne copia in redazione). Nel primo appuntamento, abbiamo guardato una fotografia dei nostri ragazzi, la cosiddetta “generazione Z”, a partire dai dati di una ricerca. Nel secondo incontro abbiamo approfondito i concetti di responsabilità, di protensione e di gratuità nelle relazioni familiari e educative.
Insomma…un viaggio nuovo, nuove tappe e nuovi saperi, nuove strade nella medesima direzione di benessere relazionale. Per abbonarsi è necessario cliccare qui, e procedere per l’acquisto come per un normale abbonamento. Tutti gli abbonati alla formazione agile riceveranno via email le istruzioni per accedere al percorso formativo scelto e avranno accesso in via riservata a tutta la documentazione relativa. Per info si può scrivere a rete@cittanuova.it o telefonare al 347. 6400459. Ricordiamo che è possibile sottoscrivere un abbonamento anche primo corso sugli adolescenti svolto lo scorso anno, di cui è possibile scaricare le registrazioni e la documentazione.
In questa terza puntata affronteremo il tema dell’autonomia dei ragazzi e di come genitori e educatori possono promuoverla.
Abbiamo da poco celebrato la 33ma Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e l’adolescenza, lo scorso 20 novembre. Ho riflettuto molto su questa ricorrenza che fu istituita in occasione convenzione O.N.U. del 1989, che per la prima volta riconobbe i bambini e i ragazzi come aventi diritti civili sociali politici culturali ed economici, poi ratificata in Italia nel 1991.
È una festa decisamente importante per chi, come adulto, si pone il problema di comprendere come migliorare le condizioni di vita delle nuove generazioni, e che ci invita a fare il bilancio di come stiamo in tema di realizzazione dei loro diritti.
Il quadro dei diritti di bambini e ragazzi nel mondo purtroppo è ancora molto grigio, secondo un recente rapporto di Save the Children XII Atlante dell’Infanzia a Rischio: «più di 400 milioni di bambine e bambini vivono in aree di conflitto, tra i 10 e i 16 milioni di minori rischiano di non poter tornare a scuola perché costretti a lavorare o a sposarsi, mentre ogni anno più di 22mila bambine e ragazze muoiono durante gravidanze e parti che sono il risultato di matrimoni precoci».
L’Italia, ci dice Save, è un luogo in cui l’infanzia è a rischio estinzione: «quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in povertà assoluta, la pandemia ha amplificato l’intreccio tra disuguaglianze e salute, dalla nascita all’adolescenza. A questo si aggiungono i tagli all’istruzione, ai servizi di prima infanzia, e molto altro con un peggioramento della situazione con della pandemia».
Eppure, ci dice sempre questa importante organizzazione di safeguarding, tutelare i diritti dei piccoli è l’unico modo per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Allora mi sono chiesto anche quest’anno: mentre i governi trovano accordi per finanziare ed attuare politiche adeguate a tutelare e promuovere il superamento della povertà economica e educativa, che cosa possiamo fare noi cittadini, in particolare noi genitori?
Il primo pensiero che mi è venuto è che occorre attivarsi per acquisire una visione politica, cioè uscire dal torpore della delega e cominciare a vigilare affinché chi ci governa, sia a livello nazionale che locale, si adoperi veramente, anche tornando in strada a lottare per i diritti dei più deboli (che poi, a ben guardare, è un vantaggio per tutti noi).
A tale proposito giova sapere che la Missione 5 del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che è legge dello Stato dal 2021) prevede un bel po’ di fondi in arrivo ai comuni proprio per sostenere politiche e servizi sociali e educativi anche per le nuove generazioni, con una linea specifica per il sostegno ai genitori fragili (quanti di voi lo sapevano?)
Un’altra pista, più a portata di mano ma non meno impegnativa, è quella di informarsi e formarsi personalmente: occorre diffondere la cultura della cura e della protezione, e per farlo bene occorre accrescere le proprie competenze genitoriali. Vale l’assunto che per sintonizzarsi su bambini e ragazzi occorre metterci il cuore e la testa, centrarli là, altrimenti la distrazione e la minimizzazione ci fanno ben presto occuparci di altro.
È in questa direzione che, nel suo piccolo, si sta muovendo anche la seconda edizione del corso PA.S.S., acronimo che significa “Parent Soft Skills” ovvero “competenze leggere dei genitori” dove, per competenze leggere si intendono le capacità relazionali ed affettive.
Mi pare, dunque che quello che può apparire come uno dei tanti corsi fruibili oggi dalla rete, abbia invece una portata politica e sociale di non poco conto. Un caro saluto a ciascuno e ciascuna.
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