L’auto-sovversione: cos’è?

Nel suo ultimo libro Elogio dell’auto-sovversione. La fioritura umana nelle organizzazioni a movente ideale (Città Nuova) Luigino Bruni definisce l’autosovversione come la capacità di mettere in discussione le proprie certezze.  Una virtù fondamentale per chi ha abbracciato una fede religiosa o laica.
Luigino Bruni

Uno degli ingredienti base delle culture non ancora contaminate dall’ideologia, o di quelle che sono state capaci di resistere o liberarsene, è la loro capacità di auto-sovversione. […] Essa è la virtù, rarissima, di mettere in discus­sione le proprie certezze, di non cercare nelle cose che ci accadono gli elementi che ci confermano le nostre idee, ma quelli che le negano o le sfidano. Di chi crede di più alla verità della vita che gli scorre accanto oggi che alle verità che ha costruito e con­quistato ieri.

Il pensiero auto-sovversivo è utile per tutti, ma è essenziale per chi ha abbracciato una fede, reli­giosa o laica, e per chi ha risposto a una chiamata che gli ha promesso una terra nuova. L’esercizio di auto-sovversione è la migliore prevenzione contro la potente tendenza a trasformare gli ideali in ideo­logia. L’ideologia, infatti, è in genere inconfutabile, proprio per la sua tendenza a farci trovare alla fine del percorso solo quanto vi avevamo posto all’inizio.

La nascita dell’ideologia è un processo che si compone di (almeno) due operazioni. La prima ini­zia quando si ha ancora la coscienza che la realtà presenta una sua ambivalenza, e che non tutto ciò che accade attorno è coerente con le nostre con­vinzioni. Si vede ancora un mondo più grande di quello che conferma le nostre tesi, ma si comincia a escludere dalle nostre analisi la parte scomoda e dissonante. La seconda operazione consiste nell’au­to-convincimento che il mondo sia veramente fatto soltanto della parte che ci interessa e che ci confer­ma le nostre idee: a forza di raccontare un mondo diverso da quello vero, si finisce per non vedere più la totalità della realtà. È qui che l’ideologia diventa infalsificabile: l’evidenza contraria alle nostre idee non riesce più a farci correggere le nostre convin­zioni semplicemente perché non siamo più in grado di vederla. […]

L’ideologia – che è una idolatria sofisticata – è una patologia di portata universale, ma è partico­larmente comune e grave quando colpisce persone religiose, perché anche Dio e gli altri abitanti invisi­bili del mondo vengono consumati e utilizzati come materiali per la costruzione dell’impero ideologico. […]

La fede e l’ideologia della fede sono due cose molto diverse, come lo sono gli ideali e le ideologie degli ideali. La fede libera dai propri dogmi e idoli, pone domande; l’ideologia lega, consuma, schiaviz­za all’idolo, e crea molte risposte facili e false. Non inizia nessuna vera vita spirituale se non siamo ca­paci, un giorno, di liberarci dall’ideologia della fede e degli ideali che abbiamo via via costruito. […]

L’auto-sovversione individuale e collettiva, nel­le rare volte in cui ha luogo, è opera di distruzio­ne, questa volta intenzionale, delle molte costruzioni che si sono susseguite attorno alla prima promes­sa, per tornare alla gratuità originaria della prima parola. È un cammino a ritroso, un tornare a casa diminuendo, semplificando, decostruendo, smon­tando gli imperi di sabbia che abbiamo costruito: auto-sovversione.  […]

La fine dell’incantesimo all’esterno e all’interno si manifesta come crisi, ma in realtà è crinale tra il vecchio angusto orizzonte e il nuovo ampio e terso, è spartiacque tra la vecchia vita e la nuova. Affin­ché, però, la liberazione dall’ideologia sia collettiva, occorre che a svegliarsi e uscire dall’incantesimo sia anche colui o coloro che l’hanno generato. […]

Questo libro parla di auto-sovversione, di idea­li, di movimenti e organizzazioni carismatiche, e soprattutto parla delle persone che vivono in tali comunità perché hanno ricevuto una chiamata, una vocazione, a entrarvi e, spesso, a restarvi. È la conti­nuazione naturale di La distruzione creatrice (2015), lo sviluppo dello stesso discorso. È una breve guida, parziale e imperfetta, per provare a imparare qual­cosa di più su come fiorire da adulti quando da gio­vani si è creduto in un ideale grande e si è partiti alla sua conquista, o per cercare di avere nuovi elementi che possano essere di aiuto ad altri che attraversa­no momenti di crisi quando la luce si spegne e si vaga in cerca di senso (significato e direzione). Ma soprattutto è un libro che parla di gratuità, motiva­zioni intrinseche, spiritualità, fede, fedeltà, riforma, profezia, carismi, organizzazioni a movente ideale, tutte parole che si trovano (o si trovavano) al cen­tro della nostra civiltà e che sono minacciate dalla cultura capitalistico-finanziaria del nostro tempo.

da “Elogio dell’auto-sovversione. La fioritura umana nelle Organizzazioni a Movente Ideale” di Luigino Bruni (Città Nuova, 2017)

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