L’autismo infantile
“Il mio bel nipotino Antonio, di quasi tre anni, è affetto da autismo. La diagnosi è stata posta da pochi giorni e ha sconvolto la vita di tutta la famiglia. Ci chiediamo se abbiamo sbagliato in qualcosa e soprattutto siamo terrorizzati per la vita futura di questo bambino. Ci può dare delle indicazioni?”. Stefania – Pavia La malattia conosciuta come autismo (per maggiori informazioni contattare l’Associazione di genitori “Autismo Italia” www.autismoitalia. org) è il risultato di un complesso quadro genetico con la possibilità di ricorrenza nella stessa famiglia di circa il 10 per cento. Le basi dell’autismo sono assolutamente biologiche e la patologia non è in nessun caso da attribuire ad un rapporto conflittuale con i genitori. Ugualmente esclusa è la correlazione tra autismo e vaccino antimorbilloso, mentre in rari casi esso è conseguenza di malattie specifiche o di infezioni durante la vita intrauterina (vedi anche www.immunize. org). Nei soggetti autistici uno scorretto sviluppo neurologico condiziona in maniera significativa la capacità di relazione e comunicazione, tanto da poter portare il bambino ad un progressivo isolamento sociale ed a chiudersi in attività ripetitive e monotone. I primi sintomi (tendenza al-l’iso-la-mento, insistenza in movimenti ripetitivi, non risposta ai richiami) tendono a manifestarsi precocemente, ma difficilmente la diagnosi viene posta prima dei due anni perché le altre funzioni neuromotorie sono del tutto intatte. Le conoscenze attuali non permettono di prevenire la malattia né di evitarne il decorso, e non esiste alcun test genetico prenatale in grado di quantificare il rischio del nascituro. Esistono invece strategie terapeutiche rieducative che possono notevolmente alleviare i sintomi della malattia e restituire al bambino un discreto grado di autonomia. L’intervento precoce, intensivo e individuale, sulle abilità linguistiche e sui problemi comportamentali è pertanto importante e, lì dove il bimbo è affetto da forme leggere di autismo, è spesso in grado di recuperare le sue capacità relazionali al punto da poterlo inserire regolarmente a scuola e conquistare poi una vita pressoché normale. Inutile comunque negare la serietà del problema e la necessità di dedicare grandi energie ad Antonio. Per tanti bambini colpiti da questa o da altre gravi patologie abbiamo però visto che, se intorno a loro si costruisce un giardino con migliaia e migliaia di silenziosi, continui, dolorosi e generosi atti d’amore, questo amore fa dei veri miracoli, trasformando sia chi lo riceve che il mondo che lo circonda.