L’attore con le spalle al pubblico

Nel suggestivo teatro da camera della galleria L'Attico di Fabio Sargentini ed Elsa Agalbato a Roma il racconto di un grande attore ritiratosi dalle scene all’apice del successo, che non ha smesso però di coltivare la sua arte. Da non perdere
L'attore con le spalle al pubblico con Francesco Biscione

In via del Paradiso, a Roma, al terzo piano di un antico palazzo, c’è un luogo che ha rappresentato, dagli anni Settanta in poi, un punto di riferimento dell’avanguardia artistica italiana e internazionale. E che continua a essere spazio unico di eventi artistici. Non solo mostre ma anche performance teatrali.

È la galleria L’Attico di Fabio Sargentini ed Elsa Agalbato. Qui, in una delle ampie stanze dai soffitti affrescati, c’è un suggestivo teatro da camera dove ogni anno si allestisce uno spettacolo dei due autori. Spalle al pubblico, interpretato da Francesco Biscione, si presta, già nel titolo, ad un rispecchiamento visivo ed emotivo degli spettatori. C’è un attore che dal suo camerino posto lateralmente e rappresentato solo da uno specchio, si sposta nel piccolo palcoscenico. Qui, di spalle a noi, recita davanti ad un pubblico di sagome dipinte su un fondale con tanto di sipario e di applausi registrati. All’esibizione personale, nella quale privilegia il tema della pazzia recitando Il diario di un pazzo di Gogol e L’elogio della pazzia di Erasmo da Rotterdam, alterna quella a due della Conversazione-Sinfonietta di Jean Tardieu, con la complicità di una giovane attrice sua discepola.

Spalle al pubblico è il racconto di un grande attore ritiratosi dalle scene all’apice del successo, ma che non ha smesso di coltivare la sua arte relegandola però in una dimensione privata, quasi religiosa, ascetica. Chiusosi in quello spazio segreto trascorre ora la sua vita muovendosi giorno e notte in un andirivieni continuo, sia mentale che fisico, tra camerino e palcoscenico, e viceversa, coltivando solipsisticamente una forma di conoscenza dell’arte che non ha bisogno del pubblico in carne ed ossa.

In questi due spazi contigui, che corrispondono, nello svolgimento dello spettacolo, a due distinti piani di rappresentazione, “compare” dal fondo un uomo nascosto. È una voce fuori campo, senza volto, che, dialogando nell'ombra con l'attore, pian piano mina le sue convinzioni. Presenza reale o voce della coscienza, visione o alter ego dell’attore? Dal dialogo emergono le convinzioni e i motivi che lo hanno spinto a ritirarsi dalle scene, animato dall’idea utopica di arrivare a concepire un nuovo rapporto col pubblico. «Dovevo sottrarmi ad una perfida routine: la vanità di piacere al pubblico! – esclama –. Mi sentivo in trappola…». «Sai bene – continua rivolto all’interlocutore invisibile – come la qualità degli spettatori sia cambiata negli ultimi anni. E quanti di loro ci hanno abbandonato per la tv!  È in crisi il valore che si dà allo spettacolo dal vivo, che si svolge davanti agli occhi. L'hic et nunc è svalutato».

Da questa autoreclusione ha tratto beneficio ritrovando il senso della sua arte. «È paradossale – confessa –, ma mi nutro più di teatro oggi di ieri. È come… un esercizio spirituale. Un fatto assoluto. Una disciplina del corpo e della mente. Era così all'inizio della mia carriera…».Il persistere del confronto dialettico e l’incubo di una voce martellante che continua a ripetergli «Pensaci, pensaci!», accompagnata da risa di scherno, lo porterà infine a desistere dalla scelta dell’isolamento, e ritornare a sottoporsi al giudizio del pubblico in quel rapporto di dare e ricevere.

«Mi siete mancati», esordisce nel ruotare ancora dell'asse scenico su sé stesso, ritrovandosi di nuovo faccia a faccia con un pubblico vero. E si esibisce in una sua stravaganza su Amleto con un teschio in mano e muovendosi in modo dinoccolato facendo scricchiolare le ossa. Nel chiudersi del sipario sul fondo e quello davanti con relativi applausi dal vivo e registrati, l’attore s’inchina dividendosi alternativamente dai due lati. Vita e arte, realtà e finzione, follia e assennatezza, sono resi con magnifica presenza da Francesco Biscione, cui fa da spalla Arianna Ninchi e la voce di Pino Censi. Un evento da non perdere.

Roma, galleria L'Attico, via del Paradiso 41. Fino al 7 aprile

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