L’attesa di Cagliari
Un sindaco che ha vissuto il precariato e ha saputo ascoltare le istanze dei cittadini più giovani e delle famiglie. "Ora basta fuggire, bisogna restare in città e viverla"
Dopo quasi 20 anni di dominio incontrastato del centro destra Cagliari ha deciso di voltare pagina. Le elezioni amministrative hanno decretato il successo del giovane Massimo Zedda e della coalizione di centro sinistra. Il 35enne consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, la formazione che fa capo a Nichi Vendola, è riuscito nell’impresa battere Massimo Fantola, esponente dei Riformatori, formazione che fa riferimento a Mariotto Segni e che si riconosce nel centro destra.
Alla base della vittoria di Zedda ci sono diversi fattori. Di certo il vento che soffiava dalla Penisola, che ha portato alla debacle dello schieramento alla guida il Paese, anche se il voto cagliaritano ha caratteristiche peculiari proprie. Il neo sindaco è riuscito a raccogliere voti in ogni quartiere della città, anche in quelli tradizionalmente legati al centro destra, sintomo di uno scollamento che si era formato tra l’elettorato e i rappresentanti dell’amministrazione civica.
Tra le debolezze della passata amministrazione la mancanza di politiche per i giovani, costretti a lasciare la città sia per la crisi che per ragioni economiche. Ogni anno centinaia i cagliaritani lasciano il capoluogo, dove i prezzi delle case sono proibitivi, per trasferirsi nell’hinterland o in centri distanti anche 40 chilometri per cercare casa. Un fenomeno che incide non poco sull’afflusso quotidiano di oltre 200mila auto in città, senza poi dimenticare la totale assenza di edilizia agevolata, che da decenni contraddistingue le politiche comunali. A questo proposito esemplare la vicenda di intere famiglie ospiti da oltre 20 anni di case parcheggio (meno 40 metri quadri), senza che si sia voluto trovare risposte ai loro bisogni.
Ci sono poi ragioni legate alle fibrillazioni interne allo schieramento di centro destra. La mancata inclusione di Futuro e Libertà nella coalizione, con il coordinatore regionale Ignazio Artizzu che ha corso per la poltrona di sindaco, come pure il numero degli astenuti. Divisioni interne al Pdl, di cui si era già avuta conferma alle scorse elezioni provinciali, hanno poi contribuito alla sconfitta, così come i personalismi e le scelte individuali di alcuni assessori uscenti, molti dei quali ricandidati e non eletti.
Di certo però Massimo Zedda è sembrato incarnare quella voglia di rinnovamento della classe dirigente, che da diversi anni veniva richiesta soprattutto dai giovani della città. Sono loro che hanno portato “acqua al mulino” dell’ex lavoratore precario, cameriere di ristorante e dipendente di un’agenzia di pubblicità, tutte occupazioni conosciute dai giovani non solo cagliaritani. Questo suo essere così vicino alle esigenze dei “precari” di oggi, unito ad una buona dialettica e capacità espressiva si sono rivelate vincenti. La sua voglia di dialogo con la gente ed il suo costante richiamo alla necessità del confronto sono stati decisivi per arrivare alla poltrona di Via Roma, sede del Municipio.
“Ora tocca a noi”, recitava lo slogan della campagna elettorale. A partire dalla prossima settimana il sindaco Zedda dovrà cercare di comporre la sua Giunta, e poi, una volta stabilito dalla Commissione elettorale Centrale quali saranno i consiglieri eletti, dovrà iniziare a lavorare.Nelle fase concitate della vittoria Zedda ha parlato delle sue priorità, come quella del Poetto, la spiaggia dei cagliaritani, sui cui chioschi incombe un provvedimento di abbattimento della magistratura, che potrebbe significare la perdita di almeno 300 posti di lavoro. Il giovane sindaco dovrà presto trovare una soluzione, la gente attende risposte, l’estate è alle porte.