L’assegno “ponte” alle famiglie
L’assegno è stato chiesto per ora solo dal 33% degli aventi diritto, circa 500mila famiglie, ed il senso di questa proroga è quello di dar tempo di presentare domanda a chi non ce l’ha fatta o non ha capito ancora di cosa si tratti. Si tratta del cosiddetto “assegno ponte” in attesa del definitivo assegno che partirà dal 1 gennaio prossimo per le famiglie con figli. È una riforma di portata tale che Stefano Lepri, relatore del ddl alla Camera paragonò alla riforma agraria del 1950.
Partiamo dall’inizio, perchè il tema dell’“assegno unico” viene da lontano. In quasi tutti i Paesi europei esiste un assegno per i figli a carico erogato in modo universale; è calcolato razionalmente, è chiaro, spesso è anche indipendente dal reddito. In Italia invece gli aiuti alle famiglie erano fino ad oggi frammentari, di accesso e comprensione talvolta difficili; erano “bonus” ispirati più da sporadiche iniziative di contrasto alla povertà che dall’intento di un vero sostegno alla genitorialità.
Il lungo iter parlamentare della riforma ebbe decisivo impulso dalla campagna #assegnoXfiglio lanciata dal Forum delle associazioni familiari durante l’assemblea nazionale del maggio 2019 alla presenza dei vertici di tutti i gruppi parlamentari. Il disegno di legge vide concordi tutte le parti politiche che lo votarono all’unanimità sia alla Camera, nel luglio 2020 che in Senato, nel maggio scorso giungendo puntuali al traguardo del 1 luglio promesso per l’entrata in vigore della riforma. È un fatto di enorme rilievo: tutte le forze politiche presenti in Parlamento, nessuna esclusa, hanno trovato consenso unanime intorno ai legittimi interessi dell’istituto familiare. La famiglia, insomma, con i suoi valori ed i suoi interessi universali, sia “di destra” che “di sinistra” sembra essere riuscita finalmente a mettere d’accordo maggioranze e opposizioni.
Ora la messa a punto della complessa riforma richiedeva ben più delle poche settimane rimaste prima della scadenza del 1 luglio promessa dal Governo Conte e regolarmente finanziata dalla legge finanziaria per il 2021. Il Governo, entro dicembre, dovrà definire i meccanismi e i sistemi di calcolo per i quali l’assegno verrà erogato. L’obiettivo è che il nuovo assegno non penalizzi nessuna famiglia. I tecnici sono al lavoro, con proiezioni, simulazioni e la costruzione di un algoritmo per il calcolo dell’assegno.
Così, per rispettare le promesse, è nato il regime provvisorio “ponte” che assicura comunque, dal primo luglio, l’assegno a tutte le famiglie che ne abbiano diritto e che ne facciano domanda. Secondo la proroga del Governo, che a noi sembra quasi un sollecito alle famiglie perché ne approfittino, chi farà domanda entro il mese di ottobre, otterrà l’importo anche degli assegni degli interi tre mesi precedenti.
Le indicazioni più chiare si trovano sul sito istituzionale dell’INPS all’indirizzo, che con precisione chiarisce cos’è l’assegno “ponte”, a chi è rivolto, come funziona, come si compila ed invia la domanda.