L’asola e il bottone

Mamma Coniglia ha appena terminato un bel golfino rosso per Carlino che sta rincasando proprio ora, con l’aria imbronciata.
Illustrazione di Eleonora Moretti

Mamma Coniglia ha appena terminato un bel golfino rosso per Carlino che sta rincasando proprio ora, con l’aria imbronciata. «Che è successo, Carlino? Hai litigato un’altra volta con Marcolino?»; «Per forza, mamma! Con lui non si può giocare! Si deve fare sempre quello che vuole lui! Vuole sempre avere ragione lui!». Mamma Coniglia sorride e dice: «Scommetto che Marcolino sta dicendo le stesse cose, alla sua mamma!».

 

Carlino non l’ascolta e continua a sciorinare le sue ragioni: «Con Marcolino è impossibile andare d’accordo! È rigido, è rigido come…»; «Un bottone?», suggerisce la mamma. «Che c’entrano i bottoni, mamma?»; «Adesso ti faccio vedere». Mamma Coniglia prende il golfino appena terminato e dice a Carlino: «Provalo, vediamo se è venuto bene». Carlino indossa il golf, ma non riesce a chiuderlo: i bottoni non ne vogliono sapere di entrare nelle asole. «Devi cambiare tutti i bottoni, mamma!»; «Ma no, non ce n’è bisogno, guarda un po’».

 

Sotto le unghie di Mamma Coniglia il tessuto di maglia si lascia andare leggermente, si allarga quanto basta per far passare i bottoni. «Hai visto, Carlino? L’asola è morbida, cedevole: si è adattata facilmente al bottone che non era esattamente della sua misura…». «Allora, se Marcolino è un bottone, io devo fare l’asola! Fare spazio alle sue ragioni, accogliere le sue idee…».

 

«Bravo, Carlino, lo so che sei un coniglietto generoso! E adesso, prova un po’ a cambiare l’iniziale ad “asola”, mettici una “i”. «Diventa isola!»; «Se non si è asole, Carlino, si finisce per diventare isole. Isolati con le proprie ragioni, le proprie idee: isole sole, povere, tristi». «Però non è giusto che l’asola la faccia sempre io –, dice Carlino che è generoso sì, ma non fino a questo punto! –. Sai cosa faremo, mamma? Faremo un po’ per uno: un giorno io sarò l’asola e lui il bottone, il giorno dopo faremo cambio!». «Io conosco un gioco migliore», dice Mamma Coniglia. «E quale sarebbe?». «Essere entrambi asole».

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