Lasciarsi sorprendere da Dio
La giornata mariana dell'Anno della Fede, che si è svolta sabato 12 e domenica 13, è culminata nell'atto di consacrazione dell'umanità al cuore immacolato di Maria, davanti alla statua originale di Nostra Signora di Fatima, al termine della messa presieduta dal vescovo di Roma in piazza san Pietro.
La preghiera pronunciata da Francesco a nome di tutto il popolo di Dio, senza enfasi, ha dato la sensazione di un abbraccio all'intero universo. L'evento ha avuto una sua indubbia portata, che noi possiamo soltanto in minima parte intuire, partecipando con intensità a questo atto di fede voluto dal successore di Pietro all'inizio del suo pontificato.
Una folla di centomila persone ha riempito anche via della Conciliazione, ma i grandi media non hanno dato molta importanza a questo appuntamento spirituale avvenuto meno di sette mesi dopo l'elezione del papa arrivato «dalla fine del mondo», secondo la sua espressione che evoca innanzi tutto i confini della terra, e la sua lontana Argentina, ma che segnala anche, per chi vuole intendere, l'urgenza dei tempi, anche per le persecuzioni di cui i cristiani sono attualmente vittima in numerosi Paesi.
Non è probabilmente un caso che nello stesso giorno venivano beatificati in Spagna più di 500 uccisi durante la guerra civile. «Lodiamo il Signore per questi coraggiosi testimoni – ha detto il papa all'Angelus – supplichiamoli, attraverso la loro intercessione, di liberare il mondo da ogni violenza».
A proposito della testimonianza di fede che noi possiamo dare oggi, durante l'omelia Francesco ha invitato le persone a porsi una domanda fondamentale, alla luce dell'esempio della Madonna: «Io mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze materiali, intellettuali, legate ai miei progetti? Io lascio davvero entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?».
Il papa ha poi parlato della difficoltà di essere costanti dopo aver risposto alla sorpresa dell'amore di Dio che si è manifestato nella nostra esistenza umana. «Maria ha detto il suo "sì" a Dio, ma questo "sì" è stato il primo di molti "sì" pronunciati nel suo cuore. Tanti "sì" che raggiungono il culmine in quello detto ai piedi della Croce», ha sottolineato il papa nell'invitarci a rimanere su un cammino definitivo, «sempre con il Signore, anche con le nostre debolezze, anche con i nostri peccati», senza mai andare su strade "provvisorie", perché quelle "ci uccidono".
Papa Francesco ha infine insistito affinché noi sappiamo ringraziare il Signore con Maria, lodarlo, «perché è lui la nostra forza».
Questo «grazie» con Maria noi lo abbiamo vissuto con decine di migliaia di pellegrini, durante la notte che ha preceduto la messa, al santuario romano del Divino Amore, dove la statua di nostra Signora di Fatima era arrivata in elicottero, sabato sera. Fino alle cinque del mattino una fila ininterrotta di fedeli ha sfilato davanti alla "Madonnina", in un raccoglimento impressionante. Coppie, famiglie intere, persone anziane, giovani, alzavano occhi pieni di lacrime verso la Vergine di Fatima, inviandole un bacio, facendo il segno della croce o salutandola chinando il capo, in un movimento popolare di fervore e azione di grazia che io non vedevo da Czestochowa, nel santuario della Madonna nera, negli anni Ottanta, all'epoca della grande resistenza spirituale organizzata da Solidarnosc.
Una nuova coscienza sembra risvegliarsi di fronte ai pericoli che accompagnano l'ateismo consumistico nella nostra società, in cui la persona umana è trattata come una merce usa e getta. La grande accoglienza fatta a questa Vergine pellegrina venuta da Fatima può essere l'indice di un risveglio spirituale di tanti in Occidente.
Una veglia di testimonianze e preghiera, centrata sui misteri del Rosario, era stata in precedenza ritrasmessa – dal santuario del "Divino Amore" – da diverse catene televisive in tante parti del mondo, in collegamento con una decina di grandi santuari mariani dei cinque continenti. Tra i tanti momenti forti di questa "notte bianca", la lettura di una meditazione scritta da un giovane autistico ha scosso i pellegrini presenti. Federico Da Rosa si è espresso attraverso il suo computer, offrendo parole sorprendenti per la loro profondità, nelle quali si riflette la bellezza di un'anima che, dall'esterno, nulla lasciava presagire, se non uno sguardo blu di indescrivibile dolcezza.
L'artista Fatima Lucarini ha letto un testo in cui le parole magnificano all'infinito la potenza dell'amore reciproco: «Io penso che tutto ciò che contribuisce a creare, e a mantenere, delle relazioni di amore concreto tra noi, renda misteriosamente possibile una presenza di Dio nel mondo e attualizzi la missione di Maria sulla terra», ci ha detto, ad esempio, Federico, attraverso la voce di Fatima.
«Siamo stati come in un cenacolo mondiale, riuniti in preghiera con la Madre di Dio», ha affermato Leonardo Leuzzi, vescovo ausiliario di Roma, coordinatore dell'evento, ringraziando l'équipe che ha preparato nei dettagli questi momenti di armonia e di pace al servizio dell'evangelizzazione, pensando soprattutto a Francesca Giordano, circondata dai membri di un gruppo di preghiera del Rosario che riunisce le famiglie ogni prima domenica del mese a Roma. Sorridente, al termine della nottata, attorniata dai suoi amici, ha affermato: «Maria ha voluto la veglia e Lei l'ha fatta».