L’arte e l’ impegno sociale di Pistoletto

Installazioni in alluminio, materiali riciclati, pietra: un incontro-scontro tra antico e moderno, naturale-artificiale, umano-divino, allo Scolacium di Catanzaro
L'etrusco di Michelangelo Pistoletto

Il Parco archeologico dello Scolacium e il Museo MARCA di Catanzaro ospitano l’opera di Michelangelo Pistoletto. Antichità come il foro romano o la basilica normanna fanno da sfondo ai lavori del poliedrico artista piemontese che, dagli anni ’60 ad oggi, testimoniano un impegno estetico che vuole farsi anche etico e sociale.

 

Una grande installazione di alluminio è il simbolo di una nuova convivenza armonica tra il paradiso naturale e quello artificiale creato dall’uomo. Si tratta dell’ormai noto segno del Terzo Paradiso che qui si sviluppa per oltre cento metri lineari, un qualcosa di simile al segno dell’infinito ma con l’aggiunta di un terzo cerchio il cui senso ci è spiegato dalle parole dell’artista: “Quello centrale descrive un ventre gravido prodotto dall’accoppiamento dei due cerchi che costituivano il vecchio simbolo. Il terzo Paradiso è l’accoppiamento fertile fra il primo e il secondo Paradiso”.

 

I temp(l)i cambiano: la scintillante facciata del tempio in questione è di materiali riciclati: “Ogni sinonimo di progresso è la conservazione delle risorse: il nuovo mito è il Riciclo”. Pistoletto realizza le colonne con cestelli di lavatrici impilati mentre serpentine di frigorifero formano il basamento e il timpano sul quale campeggia il simbolo del Terzo Paradiso. Un tempio eretto quindi all’armonia tra consumo e riciclo. Un’armonia in realtà auspicata e non già conquistata. Il tempio infatti poggia instabilmente su un ceppo triangolare, come un’altalena, metafora del gioco di consumo e di riciclo che dovrebbe imporsi sul tempo odierno, un tempo nuovo.

 

Love Difference – Le sponde del Mediterraneo: tante grandi pietre incise di colore blu riproducono insieme il profilo del bacino del mediterraneo, visto dall’artista come luogo di scambio per una cultura intermediterranea.

L’etrusco: il celebre bronzo antico dell’Arringatore viene riprodotto in 4 copie. Il braccio teso in avanti tocca gli alberi nell’intento di entrare in comunicazione con la natura; il bronzo delle 4 statue si tinge di rosso, giallo, bianco e nero, a simboleggiare le diverse razze umane. Tutta l’umanità è infatti chiamata a un rinnovato rapporto con la natura.

 

E non manca il trascendente: Luogo di raccoglimento e preghiera presenta uno spazio suddiviso in 5 piccoli ambienti distinti ma comunicanti. Ebraismo, cristianesimo, islamismo e induismo sono contrassegnati da un simbolo grafico; la quinta sezione è uno spazio bianco, senza figure. Al centro, come luogo d’incontro, un’altra opera storica di Pistoletto: Metro cubo d’infinito: sei specchi rivolti l’uno all’altro a figurare un pozzo dalla profondità infinita; l’infinito nella finitezza di un metro cubo.

 

Queste e tante altre opere mirano quindi a far riflettere sull’incontro-scontro fra antico e moderno, naturale e artificiale, umano e divino; materiali e forme dell’arte, secondo le intenzioni dell’artista, escono dal proprio territorio per far proprie le istanze del tessuto sociale.

 

Intersezioni 5 – Michelangelo Pistoletto – Il DNA del Terzo Paradiso, Parco Archeologico di Scolacium, Museo MARCA, Catanzaro, fino al 3/10; catalogo Electa.

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