L’arte di sbagliare: gli errori ci rendono persone migliori

Gli errori, lontano da definirci come persone, sono parte del processo di apprendimento. Grinta e resilienza possono trasformarli in opportunità di crescita e successi futuri.
Foto Pexels

Gli errori sono una parte inevitabile della vita umana. Tuttavia, la percezione degli errori varia notevolmente da persona a persona. Alcuni li vedono come fallimenti insormontabili, mentre altri li considerano opportunità di crescita. In psicologia clinica, il concetto che “sbagliando si impara” è supportato da numerose ricerche che dimostrano come gli errori possano essere strumenti potenti per lo sviluppo personale e professionale.

Gli errori sono spesso visti come deviazioni da un percorso ideale. Tuttavia, la psicologia ci insegna che gli errori sono parte integrante del processo di apprendimento. Secondo Carol Dweck, psicologa di Stanford, le persone con una “mentalità di crescita” vedono gli errori come opportunità per migliorare le proprie competenze, mentre quelle con una “mentalità fissa” li vedono come prove della propria incompetenza.

Uno degli studi più influenti in questo campo è quello di Daniel Kahneman e Amos Tversky, che hanno esplorato come le persone prendono decisioni e apprendono dai propri errori. La loro teoria del “prospect theory” suggerisce che le persone tendono a imparare di più dagli errori che dai successi, poiché gli errori forniscono feedback chiaro e immediato su cosa non funziona.

La capacità di affrontare e superare gli errori è strettamente legata alla resilienza. La resilienza è la capacità di adattarsi positivamente alle avversità. Studi hanno dimostrato che le persone resilienti non solo accettano gli errori, ma li utilizzano come trampolini di lancio per il miglioramento personale. Ad esempio, uno studio condotto da Angela Duckworth ha evidenziato che la “grinta” – una combinazione di passione e perseveranza – è un fattore chiave nel trasformare gli errori in successi futuri.

Gli errori giocano un ruolo cruciale anche nella creatività. Secondo uno studio di Keith Sawyer, gli errori possono stimolare il pensiero divergente, un processo mentale che genera idee creative esplorando molteplici soluzioni possibili. Questo tipo di pensiero è essenziale per l’innovazione e la risoluzione dei problemi.

Esistono numerose strategie per imparare dagli errori, come ad esempio riflettere su di essi e quindi, prendersi del tempo per analizzare cosa è andato storto e perché, oppure, accettare la responsabilità, riconoscere il proprio ruolo negli errori commessi e cercare feedback, chiedendo opinioni esterne per ottenere una prospettiva diversa. Sarebbe importante anche adottare una mentalità di crescita, imparando a percepire gli errori come opportunità di apprendimento piuttosto che come fallimenti.

Giorgio era un insegnante di scuola elementare in un piccolo paese, noto per la sua dedizione e passione per l’insegnamento. Tuttavia, come tutti, anche lui commetteva errori. Un giorno, durante una riunione con i genitori, Giorgio si rese conto di aver sottovalutato le difficoltà di apprendimento di alcuni studenti. Aveva erroneamente attribuito le loro difficoltà a una mancanza di impegno, senza considerare possibili problemi di apprendimento specifici. Questo errore ebbe un impatto significativo sulla fiducia dei genitori e sul rendimento degli studenti.

Giorgio si sentì profondamente colpito e passò molte notti a riflettere su come avrebbe potuto gestire meglio la situazione. Decise di affrontare il problema con onestà e trasparenza. Il giorno successivo, convocò una riunione straordinaria con i genitori e gli studenti coinvolti. Ammettendo il suo errore, disse: «Mi rendo conto di aver commesso un errore nel valutare le difficoltà dei vostri figli. Voglio lavorare insieme a voi per trovare le migliori soluzioni per il loro apprendimento». Questa ammissione di colpa e la volontà di correggere il suo errore furono accolte con rispetto e comprensione.

Giorgio iniziò a studiare le diverse problematiche di apprendimento e a frequentare corsi di aggiornamento professionale. Implementò nuove strategie didattiche in classe, come l’uso di strumenti visivi e tecniche di apprendimento multisensoriale, per supportare meglio gli studenti con difficoltà. Inoltre, introdusse sessioni di tutoraggio individuale per fornire un supporto personalizzato. Per aiutare gli studenti a gestire i propri errori, Marco creò un ambiente di classe che incoraggiava l’apertura e la riflessione.

Introdusse un “Diario degli errori” in cui gli studenti potevano annotare i propri errori e riflettere su come superarli. Ogni settimana, dedicavano del tempo a discutere degli errori commessi e a trovare strategie per evitarli in futuro. Giorgio insegnò anche tecniche di coping per gestire lo stress e l’ansia legati agli errori. Utilizzavano tecniche di respirazione profonda, giochi di ruolo e discussioni di gruppo per affrontare le emozioni negative.

Marco insegnò loro che gli errori non definiscono chi siamo, ma sono semplicemente parte del processo di apprendimento. Col passare del tempo, gli studenti divennero più sicuri di sé e più resilienti. Impararono a vedere gli errori come opportunità di crescita e a non temere di sbagliare. Giorgio stesso divenne un insegnante migliore, imparando dai propri errori e utilizzando le sue esperienze per ispirare i suoi studenti.

Questa storia dimostra che, con la giusta mentalità e strategie di coping, gli errori possono diventare potenti strumenti di apprendimento. In una piccola scuola di un piccolo paese, un insegnante e i suoi studenti impararono insieme che sbagliando si impara davvero.

Gli errori non sono solo inevitabili, ma anche essenziali per la crescita personale e professionale. Quindi, adottando una mentalità di crescita e sviluppando la resilienza, possiamo trasformare i nostri errori in preziose lezioni di vita. In definitiva, sbagliando si impara, e ogni errore ci avvicina un passo di più alla versione migliore di noi stessi.

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