L’arte alle elementari

I progetti educativi di Ciro D’Angelo, scultore, nelle scuole primarie del Canavese, stimolano nei piccoli studenti un approccio esperienziale alla musica e alle immagini
I bambini e l'artista

Ciro D’ Angelo, un lavoratore silenzioso, un de-posseduto rispetto alle cose e alle persone, un santo nascosto, tra una scultura e l’altra, porta avanti progetti educativi per i bambini dalla terza alla quinta elementare, in piccoli paesi sperduti del Canavese (To).                                                                                                                              

60 anni, originario di Caserta, vive ad Ivrea dal ’72. Ogni sua rappresentazione allude ad un vissuto, una sorpresa dell’inconscio, la parte frontale, evocazione del retro, il lato sud, del lato nord, sconvolge la precisione del “tutto tondo” a favore di una scultura cubista.                                                                                                           

Cosa significa educare all’immagine attraverso l’arte? «Da una parte insegno a realizzare una forma – osserva Ciro –, dall’altra non vedo l’ora di ritornare per spiegare come si attacchi la testa d’argilla al collo, solo spingendo una piccola pasta delicatamente, proprio lì dove manca».                                                                                                                                                           

«Per la scuola primaria di Pavone, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, abbiamo lavorato al progetto per la costruzione del monumento “Genti d’ Italia”,e abbiamo rappresentato per ogni regione un volto, concludendo cantando l’Inno di Mameli». L’ Italia, le montagne, i fiumi, il mare, il vento, lo stesso suolo, gli animali, persino i conigli italiani – ha commentato Roberto Benigni in riferimento alla nostra Costituzione – sono contro ogni forma di violenza, sono l’habeas corpus della Carta di Norimberga.                                                                                                                                     

Come recepiscono i bambini questi messaggi? Come vedono l’arte attraverso i loro racconti e le loro semplici esperienze?                                                                                                                                          

Alessandro, 8 anni, osserva: «L’ arte è un semplice foglio che poi diventa una meraviglia». Per Giulia, l’arte è Ciro stesso che «addirittura ci ha portato una tromba per suonarci una canzone» e quando ha finito «noi gli abbiamo detto “Ancora”», osserva Giovanni.                                                                                                                                                   

Insieme ai messaggi di gioia legati alla musica e alla pittura, Keira aggiunge un aspetto importante: «L’arte è impegno», «è una cosa fatta di fantasia che può essere dei colori che vuoi tu, ma solo se ti piace e a me piace moltissimo», e «abbiamo scritto cose belle su genitori, fratelli e sorelle».                                                                              

L’ educazione attraverso l’arte svolge una preziosa funzione terapeutica. Giulia osserva: «L’arte è fantasia e con Ciro ho imparato a buttarla fuori tutta quanta ed è davvero bello. Non vedo l’ora di diventare una pittrice come Ciro».                                                                                                                                                                                      

Ciro D’Angelo è conosciuto e amato in Canavese. Ha un notevole bagaglio di esperienze in ambito scolastico ed artistico come scultore, pittore, musicista. I suoi progetti di affiancare le insegnanti durante le ore di educazione all’immagine attraverso laboratori di formazione verso tutte le espressioni dell’arte sono stati accolti con entusiasmo. Per il 2015 Ciro programma una mostra con i 25 allievi della terza elementare di Bollengo. «Cosa significa per me l’arte? – si chiede Sofia, un’alunna di otto anni –. Per me l’arte vuol dire che fai delle cose fantastiche».

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