L’Aquila: viaggio nella memoria
Il ricordo e la memoria, ma anche la ricostruzione con 600 cantieri aperti, imprese da mezza Italia e 10 mila operai impiegati dal 2009. Tutto questo continuano ad essere L’Aquila e i 56 comuni delle province de l’Aquila, Pescara e Teramo coinvolti nel sisma che il 6 aprile di 12 anni fa lo colpì provocando 309 vittime.
Data ricordata ai tempi del Covid, in cui non è stato possibile vivere la consueta fiaccolata per le vie simbolo della tragedia. Al suo posto, un fascio di luce blu è apparso nel cielo del capoluogo abruzzese di piazza Duomo alle ore 21 ed è stato spento alle 3.32, ora del sisma. Contemporaneamente, 309 rintocchi di campane e l’accensione di un braciere nei pressi della cattedrale hanno riportato alla memoria quanti non ce l’hanno fatta.
«I nostri cari, sacrificati sotto le macerie, sono diventati parte di noi, testimoni in un dialogo tra anime, di una visione della vita che attraverso la forza del lutto, dell’emozione che scaturisce dal dolore, produce la speranza di apertura al futuro» ha detto il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi al termine della messa alla chiesa del Suffragio per il 12esimo anniversario.
Ma il Covid, per il secondo anno, non ha solo dettato le modalità del ricordo dell’evento, ma imposto una nuova tabella di marcia all’inaugurazione e alle tempistiche anche per il Parco della Memoria a Piazzale Paoli «luogo centrale massacrato dal terremoto, in cui si sono verificate tante morti, e tante morti giovani, purtroppo» ha dichiarato Alessandro Tettamanti, del Comitato 3.32.
Un processo complesso e composito quello della ricostruzione. Tutto meno che lineare con vari passaggi, tra cui il sisma del 2016 e il Covid. C’è ancora chi vive nei Map (moduli abitativi provvisori). Solo all’Aquila risultarono danneggiati 16mila edifici, di cui 8.700 classificati come fortemente lesionati. Nei giorni scorsi il presidente dell’Ance Adolfo Cicchetti ha snocciolato alcuni numeri del Sisma de l’Aquila a 12 anni di distanza, parlando di 600 cantieri attualmente attivi nella città e 1000 nel cratere, con impegnate migliaia di imprese da ogni parte d’Italia.
Nel tempo si sono alternati di 4mila appaltatori, subappaltatori e autonomi, oltre a quasi 10mila operai. Una ricostruzione andata avanti anche con soluzioni eco-sostenibili ad alta efficienza energetica; soluzioni all’avanguardia per l’anti-sisimicità quasi sperimentale, ma che se è avanti per la parte privata lo stesso non si può dire per quella pubblica. Continua poi il presidente: «L’Aquila stava riprendendo confidenza con il centro storico prima dell’arrivo del Covid 19, che ci ha di nuovo reso difficile la socializzazione e la frequentazione della città e dei suoi servizi appena rinati».