L’Aquila va ricostruita nel suo cuore

Le dichiarazioni di Napolitano, il nuovo Auditorium targato Renzo Piano e i 500 milioni di euro stanziati per il patrimonio storico-artistico. La rinascita della città riparte dal centro storico
Auditorium del Parco

L’Aquila è ancor oggi, e per molti aspetti, la città che si era risvegliata alle 3.32 il 6 aprile 2009. Muta e immutata, senza nessun segnale forte di rinascita che muova dal suo interno: il centro storico. Fino allo scorso sabato, il 7 ottobre, giorno in cui è stato inaugurato alla presenza del presidente della Repubblica il nuovo Auditorium del Parco (del Forte spagnolo, ndr.) progettato dall’archistar Renzo Piano.

Tre cubi in legno, multicolori, collegati da scale e passerelle in vetro e ferro. In abete rosso della Val di Fiemme alcune parti dell’edificio principale – quelle che devono permettere di fare da cassa armonica –, capace di ospitare più di 200 spettatori e orchestre da 40 elementi. Il nuovo centro della musica totalmente ecosostenibile e antisismico  – realizzato coinvolgendo gli studenti aquilani nella messa in opera – è costato circa sette milioni di euro ed è realizzato grazie alla donazione della provincia di Trento. «Non è solo un simbolo, ma è già una realtà, concreta e molto bella», ha detto Napolitano.

Ma la nuova struttura non resterà a dialogare da sola con gli spazi circostanti. Per il sindaco de L’Aquila, Cialente, sarà l’intero parco adiacente al Castello ad esser votato alla cultura con la nuova sede della facoltà di Lettere e le prossime riaperture al pubblico del Forte Spagnolo e del teatro comunale. Un segno importante sugli intenti del governo, in questa direzione, vengono anche dalle dichiarazioni del presidente Napolitano: «È l’ora di ricostruire, è tempo di pensare a ricostruire la città al di là di precedenti esperienze che puntavano piuttosto a costruire fuori. Oggi costruiamo dentro e mi pare la strada giusta». Il riferimento è, dunque, non solo al nuovo Auditorium, ma contiene anche un “no” implicito alle 19 new town in cui quasi 13 mila persone vivono e si rifà all’ultima relazione del ministro per la Coesione territoriale Barca. «Ho ricevuto dal ministro Barca molti elementi concreti sui lavori in corso e sui finanziamenti decisi», ha chiosato. Un’affermazione che è molto di più di una dichiarazione d’intenti.

Ed è anche in questa prospettiva e in vista dei prossimi rinnovamenti – L’Aquila, tra l’altro, sarà la seconda provincia oltre Chieti a sopravvivere ai tagli della spending review –, che si torna a parlare di patrimonio storico e artistico. Più di mezzo milione gli euro destinati ai monumenti e alle opere de L’Aquila e dei comuni del cratere danneggiati dal sisma. Ad annunciarlo, nei giorni scorsi, era stato il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi in visita a L’Aquila per la presentazione del programma strategico 2013- 2021 della Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici per l'Abruzzo. Un piano che prende le mosse dalla decisione del governo Monti, giunta con ordinanza della presidenza del Consiglio 4013 del 23 marzo scorso, che di fatto ha dato inizio alla fase di salvaguardia e restauro del patrimonio: attività di gestione ordinaria e non più di emergenza.

Il Forte spagnolo, il Duomo di san Massimo, Santa Maria Paganica saranno i primi monumenti a beneficiare del piano di recupero da quasi cinquecento interventi, 127 dei quali riguarderanno solo la città di Federico II. «Uno sforzo gigantesco», ha commentato il ministro ai Beni culturali. Come ha precisato Ornaghi, parte di questi fondi sono frutto di donazioni fatte dalle comunità estere e dalle fondazioni. Un anticipo dei prossimi lavori s’era avuto già quest’estate quando si era giunti alla firma del protocollo d’intesa italo-francese per il restauro del monumento simbolo del terremoto: la chiesa settecentesca delle Anime sante. Dei 6,5 milioni di euro necessari per il restauro la Francia finanzierà il 50 per cento.

Cosa pensano gli aquilani? Loro al sogno di poter di nuovo tornare a percorrere quelle vie del centro storico, in fondo, non ci avevano mai rinunciato e il ricordare finora era stato l’unico atto possibile per mantenere vivo il legame con la propria città. In questo senso possono essere lette operazioni come il sito realizzato da Google Italia "Noi, L’Aquila" che da giugno 2009 raccoglie i ricordi e le memorie degli abitanti e dei visitatori, anche se di un solo giorno, della città.
Ma non basta. E forse sono finalmente maturi i tempi per aprire una nuova fase. E che a suonare, stavolta, sia anche tutt’altra musica.

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