L’Aquila: memoria e ferita

Il sisma del 6 aprile 2009 cambiò il volto della città abruzzese.  A 9 anni dall’evento

Sono 9 gli anni trascorsi dalla notte del 6 aprile 2009, quando alle 3:32 una scossa di terremoto rase al suolo L’Aquila e alcuni dei paesi della provincia.

La scorsa notte 309 rintocchi nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, conosciuta come delle Anime Sante, ha commemorato le altrettante vittime del sisma. 5 mila le persone accorse alla fiaccolata che ha ripercorso i luoghi simbolo di questa tragedia. L’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, durante l’omelia della messa celebrata nella chiesa di San Giuseppe artigiano, ha auspicato la ricostruzione delle coscienze e delle anime con amore e solidarietà. E fiaccolata anche anche nell’altro luogo noto alle cronache dei giorni del sisma, Onna, dove le persone si son ritrovate alla chiesetta di legno e hanno proseguito fino alla chiesa San Pietro Apostolo.

 Ad oggi si parla ancora di segnali di ripresa e di attesa di ritorno alla normalità. «Senza memoria non esistiamo», recita la frase dello scrittore José Saramago scelta per ricordare questi 9 anni. E L’Aquila ci insegna a non dimenticare, ma anche ad attendere,  perché ci sono ferite, come quelle del  sisma lente a rimarginarsi nell’animo delle persone come nella città: ricostruzione,  scuole e luoghi di culto.

Scuole

Molti degli istituti scolastici  vengono ancora accolti nei Musp: il problema non sono solo i danni del terremoto del 2009 ma la vulnerabilità sismica degli stessi edifici. Per tale ragione  le soluzioni d’emergenza sembrano le uniche in grado di dare soluzioni certe al momento. Chiuse le scuole di  Arischia e Preturo, mentre il liceo classico del Cutugno è stato diviso in 4 sedi. Intanto nell’area di Collesapone  si trovano tremila tra professori, studenti e personale scolastico.

Ricostruzione e commercio

La ricostruzione del centro è iniziata tre anni fa mentre 10 mila sono le persone ancora nei progetti Case e nei Map. Dei 600 cantieri ancora aperti 8 mila ne sono stati chiusi e oltre 1500 quelli ancora non allestiti. Dei circa mille negozi attivi in città prima del sisma solo 60 sono di nuovo attivi. Attraverso bandi come “Fare centro”  aperto a piccoli commercianti e imprenditori, si spera di ridare vigore al centro della città e ai comuni del cratere incentivando servizi di alloggio e ristorazione, attività professionali e anche commercio all’ingrosso.

Luoghi sacri

Fruibili ad oggi 150 luoghi sacri su oltre 400 attivi al 5 aprile 2009. Infine, dopo la riapertura della basilica di Collemaggio lo scorso 20 dicembre, è notizia recente la candidatura della Perdonanza Celestiniana nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. La festa, che dal 1294 si celebra per volontà di Celestino V,  interessa una vasta parte della provincia  e culmina in città  con il “Corteo della Bolla” e l’attraversamento della Porta Santa della basilica di Collemaggio.

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