L’Aquila chiama Iss

I radioamatori di Amsat Italia regalano momenti indimenticabili ai giovani aquilani: il collegamento con la Stazione spaziale internazionale.
L'Aquila chiama iss

Nei giorni seguenti il terremoto del 6 aprile, alcuni radioamatori si sono messi a disposizione della Protezione civile per dare assistenza alla gente d’Abruzzo.

Il desiderio di poter fare di più, ha fatto anche nascere l’idea di mettere in comunicazione i ragazzi di una tenda-scuola con la Stazione spaziale internazionale (Iss) orbitante intorno alla terra.

Sulla Iss, infatti, sono installate due apparecchiature complete da radioamatore, grazie alle quali sono già stati stabiliti oltre 450 contatti con i ragazzi delle scuole di tutto il mondo, per un preciso programma educativo gestito dalle varie Agenzie spaziali, dalla Nasa e dai radioamatori di Ariss (Amateur Radio on International Space Station).

 

Un conto però è farlo da una scuola “normale”, un altro farlo da una tenda, con tutti i problemi che ciò può comportare, e soprattutto in tempi brevi, prima della chiusura dell’anno scolastico. Innumerevoli le difficoltà: linee elettriche e telefoniche da stendere, attrezzature da posizionare e collegare, logistica di supporto da predisporre, valutazione dei problemi tecnici.

Il problema più grande, però, è riuscire ad avere uno slot (opportunità) da parte della Nasa, inserendo il progetto all’interno del programma della Stazione orbitante, che di norma è pianificato con largo anticipo.

Ci sarebbe da scoraggiarsi al solo pensiero, ma il dolore incontrato è troppo forte per poterlo dimenticare e la dignità degli abruzzesi troppo alta per non sentirsi in “dovere” di restare loro accanto con discrezione.

Francesco de Paolis di Civitavecchia, che come tanti altri volontari si è prodigato per facilitare le operazioni di soccorso operando nel settore delle radiocomunicazioni di emergenza, raccoglie la sfida e si attiva proponendo l’idea a Piero Tognolatti (Amsat Italia), Gaston Bertels (Ariss), nonché ad Esa e Asi, le agenzie spaziali europea ed italiana.

Tutti sono entusiasti e ciascuno si attiva per far sì che il sogno diventi realtà, dando corpo al nuovo progetto denominato “Ariss for L’Aquila”. In breve tempo da parte della Nasa viene dato il benestare a rivedere i piani operativi della Iss per un contatto di 10 minuti, durante il passaggio in orbita della Stazione sopra L’Aquila.

Si lavora freneticamente per attrezzare la tenda-scuola da cui si chiamerà la Iss, le persone coinvolte, il materiale, le procedure e le linee necessarie alla realizzazione dell’evento. Tre settimane di tempo per preparare tutto e fare le prove necessarie, finché arriva il fatidico 12 giugno 2009, data fissata per il contatto con la Stazione orbitante.

 

La tenda che accoglie gli studenti presso l’Itis “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” de L’Aquila è gremita di giovani in trepida attesa di rivolgere domande all’astronauta, che risponderà dalla radio di bordo. Sono presenti diverse autorità istituzionali ed i rappresentanti delle Agenzie spaziali coinvolte, oltre a professori e familiari degli studenti.

Anche la neo astronauta italiana, Samantha Cristoforetti, ha voluto partecipare, per essere vicina ai ragazzi aquilani. Nell’occasione, Francesco ha avuto l’onore di consegnarle la “patente da radioamatore”.

Alle ore 8,53, alla chiamata da L’Aquila, risponde l’astronauta Frank De Winne, comandante, dicendo: «…vi ascolto bene». L’emozione è palpabile in tutti i presenti ed un caloroso applauso accoglie le parole di De Winne.

Dopo la presentazione della scuola, iniziano le domande da parte degli studenti: la prima è se avevano avuto notizia del terremoto a L’Aquila. De Winne risponde di sì e conclude: «Siamo tutti con voi». Non c’erano parole migliori per sintetizzare lo spirito dell’evento. Altre domande ed altrettante risposte si susseguono, accompagnate dal silenzio del numeroso pubblico, intento a non perdere neanche un attimo di quel momento tanto speciale e, fino a pochi giorni prima, impensato.

I dieci minuti trascorrono inesorabilmente e ci si deve salutare, anche se con rammarico. La gioia dei presenti si traduce in soddisfazione per la splendida riuscita dell’evento che si vorrebbe prolungare e Francesco se ne fa interprete azzardando un: «…ti aspettiamo al prossimo passaggio sopra di noi», ben sapendo che, non essendo inserito nel programma, un secondo contatto sarebbe stato impossibile.

 

Passa circa un’ora e mezzo. Si ripetono le procedure iniziali e si prova a ristabilire il contatto. Inaspettata giunge la risposta di De Winne, suscitando un entusiasmo incredibile, sottolineato da un interminabile, fragoroso applauso. Molti occhi lucidi fanno corona alle ulteriori domande presentate dagli studenti e, dopo altri dieci minuti, l’evento si conclude.

La solidarietà che si voleva esprimere alla popolazione colpita del terremoto è stata colta, come ha espresso una mamma presente la quale ha detto: «Grazie per quello che avete fatto; abbiamo sentito il vostro affetto».

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