L’Annunciazione laica di Angelin Preljocaj
Il Festival Torinodanza ha dedicato una serata a Angelin Preljocaj, il coreografo francese di origine albanese, maestro del contemporaneo diventato classico, in un excursus che ha ripercorso alcune delle sue principali creazioni. Tra queste, Ritorno a Berratham, creazione per il Festival d’Avignon 2015, con protagonista un uomo che fa ritorno a un luogo lasciato poco prima della guerra, ossessionato dall’idea di ritrovare la giovane amata.
Tre estratti di Spectral Evidence, sulla musica di John Cage, del 2013, creazione per il New York City Ballet, vedono in scena quattro donne e quattro uomini abitare un paesaggio geometrico e pulsante, contrastato e disarticolato. Il celebre duo di Le Parc, sulle note di Mozart, del 1994 per l’Opéra di Parigi, è un inno all’amore fra dubbi e passioni come fuga dal quotidiano.
In La Stravaganza del 1997, una danza virtuosa e sontuosa, due gruppi confrontano le loro culture fino a mescolarsi senza perdere ricordi e origini, come nella storia dell’immigrazione americana. Ancora due duetti da Biancaneve, balletto romantico e molto contemporaneo, del 2008, costruito con incalzante spigliatezza, sulla forza universale dei simboli nella celebre fiaba letta come Edipo inverso, con la musica di Gustav Mahler e i costumi fumettistici di Jean Paul Gaultier.
In Paysage après la Bataille (1997) Preljocaj coreografa il risultato di giochi immaginari dallo scrittore Joseph Conrad e dal pittore Marcel Duchamp. Il pezzo forte della serata è stato la rapinosa e ispirata Annonciation, premiato balletto del 1995: un duetto al femminile denso d'umanità, di carnalità trasfigurata, interpretato daVirginie Caussin e Emilie Lalande.
Vi troviamo, folgorante, la poetica del coreografo che ha sempre posto il corpo al centro della propria riflessione e scrittura coreografica. In un quadrato bagnato di luce rossa con una geometrica panca nera, e nella stilizzazione assoluta del movimento ispirato a celebri iconografie diLeonardo e del Beato Angelico, Preljocaj indaga il mistero umano della maternità di Maria nel momento dell'annuncio dell'Angelo.
E indaga il suo sconvolgimento, i turbamenti, le incertezze, le paure, i dubbi, la devozione e la presa di coscienza per le conseguenze anche metaboliche dell'evento divino. L’angelo irrompe nel suo privato con gesti solenni, energici, dinamici. In venticinque intensi minuti lo spazio si fonde con il tempo, e l’istante del concepimento diventa l’inizio della creazione artistica, il momento in cui l’arte non è un concetto ma reale incarnazione.
La partitura elettronica di fruscii, graffi, voci, di Stéphane Roy,si fonde e sfuma sulle note del Magnificat di Vivaldi facendosi tappeto sonoro del duettare con movimenti ora singoli ora all'unisono, dai quali scaturiscono sentimenti di sottomissione ma anche di rivolta, una gamma di stadi emotivi che vanno dall'attesa allo spavento, dallo stupore, alla lotta, all'accettazione.
L'atto del concepimento sembra avvenire in quell’attraversamento mistico che Preljocaj esprime con la testa dell'Angelo che si struscia sul grembo della Vergine, negli abbracci fascianti, e nel candore di un bacio che è soffio di vita nuova.