L’anno di Mozart
Nel 2006 Amadeus compie 250 anni. La corsa ai festeggiamenti è già partita. Roma ha dato il suo via con la 2ª edizione del K Festival che l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dedica al genio (a buon prezzo e con molti giovani). Fra direttori e solisti di gran pregio – come Fabio Biondi o Bruno Canino – è apparsa appropriata la scelta dei giovani Robin Ticciati, direttore, e Gianluca Cascioli, pianista, nella lucida Sinfonia Praga e nel Concerto per piano e orchestra k 467. Del primo, si rileva il gusto per l’armonia, al secondo si suggerirebbe maggior cuore. Giusto equilibrio per Enrico Pace nel Concerto per piano k 503, accompagnato da Paul McCreesh il cui dinamismo sul podio, anche nella ombrosa Sinfonia k 543, forse distraeva il pubblico da un brano dove Amadeus non è del tutto sereno. Sempre in forma l’orchestra ceciliana con il suo Mozart cantabile di gran pregio. Il Teatro dell’Opera, con il trio affiatato Gelmetti- Projetti-Conti ha inscenato le Nozze di Figaro. Un allestimento luminoso, aristocratico – vedere il notturno del IV atto – con costumi di fine eleganza (la mano è di Quirino Conti), e la regia rispettosa di Projetti che commenta senza stonature la folle giornata in cui un’umanità di burattini (a far da controscena metaforica il teatrino di marionette degli Accettella) fra ingenuità e astuzie insegue la vita, fermandosi solo nei momenti di malinconia, di attesa, o distendendosi nel tema conclusivo del perdono: una riconciliazione dal tono religioso, dove Mozart attinge quasi d’istinto alla trascendenza, per poi riprendere il moto perpetuo delle passioni della vita. Gianluigi Gelmetti ha offerto dell’opera una lettura sfumata, privilegiando sospiri degli strumentini o dei violini come se la giocosità mozartiana fosse trattenuto da un velo di tristezza che celava le lacrime – sentire Dove sono i bei momenti – e, pur nella celerità dei tempi, rivelava il fragile equilibrio fra candore e dolore di Amadeus. Interpretazione legittima? Mozart è un diamante a mille facce, perciò (quasi) tutto è possibile. L’orchestra è parsa un po’ intimidita, all’inizio, per poi sciogliersi, mantenendo una tinta ombrata, mentre il cast di cantanti-attori ha fatto scivolar bene lo spettacolo davanti al folto pubblico. Quanto alle voci, il sanguigno Conte di Marco Vinco, la perlacea Anna Rita Taliento (Contessa), il Figaro di Alex Esposito sono certo simpatiche e giovanili, il che non guasta, anzi. Tuttavia, per Mozart ci si aspetterebbe qualcosa di più. CLASSICADISCHI Roberto Prosseda in Mendelssohn, Decca. Un gruppo di rarità pianistiche del musicista tedesco è riscoperto dal giovane interprete con rara eleganza e con tocchi di straordinaria sensibilità. Prosseda ha mano leggera, intuito felice, passa dallo Scherzo al Notturno, dal Lied al Capriccio con facilità: fedele allo spirito mendelssohniano, dove grazia e fantasia stanno sempre bene insieme. IV edizione Festival Musica & arte sacra Quattro tappe (23- 26/11) nelle basiliche romane, protagonisti Seiji Ozawa e i Wiener Philarmoniker per la Sinfonia n. 9 di Bruckner, Paolo Olmi e la London Philarmonic nello Stabat Mater rossiniano; i Vespri della beata Vergine di Monteverdi, oltre alla Cappella Giulia direttada P. Colino. 06-6869187.