L’angoscia innocente -II.
Giobbe e il pensiero contemporaneo: l'assurdo e la fede
Sulla interpretazione dell'abissale sofferenza di Giobbe, e sulle domande che essa pone, in maniera provocatoria, alla ragione e alla fede, abbiamo vari atteggiamenti e varie risposte. L'interpretazione psicoanalitica di Jung; quella, di derivazione lacaniana,
di Némo; quella esistenziale di Kierkegaard; quella, di derivazione marxiana, di Bloch. Tutte accostano, spesso con grande intensità, il mistero della sofferenza di Giobbe e del Dio che vi si rivela. Ma sono piu le domande che vengono aperte, sulla scia di quelle di Giobbe, che le risposte. Né manca la lettura piu propriamente esegetica del grande libro: in essa, il grido di Giobbe diventa grido di salvezza. «Rimane, per la nostra riflessione, questo "bagliore" nella notte dell'angoscia in cui Giobbe intuisce il "risveglio", la salvezza». Possiamo spingerci oltre, per meglio comprendere quel messaggio?
di Némo; quella esistenziale di Kierkegaard; quella, di derivazione marxiana, di Bloch. Tutte accostano, spesso con grande intensità, il mistero della sofferenza di Giobbe e del Dio che vi si rivela. Ma sono piu le domande che vengono aperte, sulla scia di quelle di Giobbe, che le risposte. Né manca la lettura piu propriamente esegetica del grande libro: in essa, il grido di Giobbe diventa grido di salvezza. «Rimane, per la nostra riflessione, questo "bagliore" nella notte dell'angoscia in cui Giobbe intuisce il "risveglio", la salvezza». Possiamo spingerci oltre, per meglio comprendere quel messaggio?