L’anafilassi

Mio figlio di quattro anni ha avuto un’importante reazione allergica dopo avere mangiato delle arachidi. I pediatri ci hanno detto che si tratta di un caso di anafilassi e potrebbe ripetersi. Potrebbe aiutarci a comprendere meglio di cosa si tratta?. Silvia – Taranto ‘anafilassi è la più grave delle reazioni allergiche. Il termine deriva dal greco ana+fhylaxis e significa iperprotezione. L’organismo reagisce in maniera eccessiva al contatto con sostanze cui è diventato ipersensibile e, mediante una complessa cascata di reazioni chimiche del nostro corpo, si hanno una serie di fenomeni fisici che possono mettere in pericolo la vita stessa del bambino o dell’adulto. Nel bambino è un evento raro e ha le sue cause scatenanti il più spesso in alcuni alimenti (latte, arachidi, pesce, molluschi crostacei, kiwi) e talora in farmaci. L’allergia alle arachidi di suo figlio è purtroppo una di quelle che il più delle volte persiste tutta la vita. Sarà quindi importante che prima di consumare i cibi verifichi sempre l’assenza di arachidi, anche solo in tracce, perché anche minime quantità possono determinare crisi anafilattiche in soggetti predisposti. In effetti l’etichettatura dei prodotti industriali costituisce una delle più efficaci forme di prevenzione ed è da considerarsi una vera conquista in termini di tutela dei diritti del consumatore. I sintomi della reazione anafilattica sono variabili, tanto da essere classificata in tre livelli di gravità (lieve, moderata, grave) e comunque la reazione può coinvolgere vari organi. Frequentemente, nella fase iniziale, si avverte formicolio a mani e piedi, sensazione di gonfiore a labbra e lingua; possono poi comparire segni cutanei (arrossamento della pelle, macchie, bolle, prurito), interessamento del tratto gastrointestinale (nausea, vomito, dolore addominale, diarrea) e dell’apparato respiratorio (starnuti, congestione nasale, tosse, raucedine, respiro affannoso, senso di soffocamento); nei casi più impegnativi vi è anche il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare (sensazione di svenimento, ipotensione). L’anafilassi va considerata con serietà perché, proprio per la sua rapida insorgenza ed evoluzione, è un evento potenzialmente grave, talora drammatico se non si hanno a disposizione entro breve tempo i farmaci salvavita. Tra questi il medicinale d’elezione è l’adrenalina, iniettata intramuscolo a dosi variabili in base al peso del bambino, ma nei casi più lievi potranno essere sufficienti anche cortisonici e antistaminici. Il bambino più grandicello va attivamente coinvolto per evitare il contatto con le sostanze che in passato gli hanno scatenato l’anafilassi e la formulazione di adrenalina autoiniettabile va prescritta da portare sempre con sè a tutti i soggetti che hanno manifestato episodi anafilattici di livello medio-grave. Per evitare inutili allarmismi è bene sottolineare che non tutti i bambini allergici sono a rischio di reazione anafilattica se entrano in contatto con le sostanze cui sono sensibili, potendo la reazione allergica avere anche gradi minimi di espressività e fermarsi a poche e più limitate manifestazioni (fenomeni cutanei o respiratori), di più agevole controllo. Un episodio di anafilassi lascia nel genitore ricordi di paura intensa e spesso ansia e timori sulla salute e l’integrità fisica del figlio, stati d’animo che possono agire negativamente sul rapporto genitori-figlio o anche sulla fiducia, l’autostima e la sicurezza stessa del bimbo e poi dell’adulto. Comprendere bene cosa sia successo, conoscere le cause e i rimedi parlando con un pediatra esperto, fino a risolvere tutti i dubbi e i timori, aiuterà ad affrontare con serietà, ma anche con sufficiente tranquillità, la vita del bambino e dell’adulto a rischio di anafilassi.

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