L’amore si può rinnovare e durare “per sempre”

All'incontro in piazza san Pietro con i fidanzati papa Francesco rilancia le parole: grazie, permesso, scusa e rassicura e sprona le giovani coppie. L'amore è una casa che si costruisce «con un cammino quotidiano fatto di passi piccoli», va curato con dolcezza e custodito con cura
Incontro del papa con i fidanzati

Festeggiare la festa di San Valentino davanti a 25 mila fidanzati è stata senza dubbio un’idea originale. È stata una giornata importante per dare fiducia alle famiglie nascenti e a questa istituzione secolare minacciata da più fronti. Per la miopia politica dei governanti, la famiglia in Italia è abbandonata a sé stessa, invece di essere valorizzata per il bene che apporta a tutta la società. Non si capisce perché in Croazia si possa dare un salario alle mamme che partoriscano il quarto figlio per permettere loro di stare a casa e contribuire anche alle spese della famiglia e in Francia si possa fornire un assegno di 700 euro quando arriva il terzo figlio e permettere così di crescerlo fino alla maggiore età.

Sostenere la famiglia è anche questione di intelligenza, non si tratta di una visione confessionale, ma di un indubbio vantaggio per tutta la società, l’educazione dei figli, il sostegno agli anziani, la formazione alla gratuità, alla reciprocità, al welfare. Papa Francesco arriva in papa mobile con mezz’ora di ritardo. Visto da vicino appare gentile, affabile, sorridente. Una persona che attira per i modi, la cura con cui saluta, si ferma a guardare, pare senza fretta e senza cose più importanti da fare.

La piazza brulica di coppie di fidanzati prossime al matrimonio, sotto un caldo sole quasi primaverile. La prima domanda arriva da Gibilterra, Nicolas Pecino e Marie Alexia Gaggero dicono al papa come: «Promettersi fedeltà eterna sia un’impresa molto difficile e molti sentono che la sfida di vivere insieme per sempre sia bella, affascinante, ma molto esigente, quasi impossibile». Il papa risponde che l’amore non è uno stato psicofisico, è una relazione che si edifica come si costruisce una casa, insieme e nel tempo. Le fondamenta non possono essere «la sabbia dei sentimenti» e «la cultura del provvisorio».  È una casa che si costruisce «con un cammino quotidiano fatto di passi piccoli». Perché «il per sempre non è solo questione di durata». È ancora più importante “la qualità” che si alimenta della preghiera e del rapporto con Dio che dona l’amore. E a questo punto il papa propone e fa ripetere più volte alla folla una preghiera: «Dacci oggi il nostro amore quotidiano, che è il vero pane dell’anima, che sostiene per andare avanti». È una preghiera, secondo il papa, che insegna a volersi bene, «così l’amore si può rinnovare e durare per sempre».

La seconda domanda arriva da Stefano Campoli e Valentina Mirabella della provincia di Frosinone, che portano al papa i loro amaretti fatti dal loro laboratorio di pasticceria. «Potevi portare anche un flauto» – ha detto il papa a Valentina, che è insegnante di flauto traverso. La loro domanda è sullo stile di vita di coppia e se esista «una spiritualità del quotidiano». Il papa riprende le tre parole già usate in passato, “permesso”, “grazie”, “scusa” e le approfondisce. Cita i Fioretti di san Francesco: «Sappi che la cortesia è una delle proprietà di Dio: la cortesia è sorella della carità, la quale spegne l’odio e conserva l’amore». Insomma bisogna saper entrare con cortesia nella vita degli altri, chiedendo permesso, perché «l’amore non s’impone con durezza e aggressività» o usando maniere un po’ pesanti, «come certi scarponi da montagna».

Un'altra indicazione per una spiritualità del quotidiano è il saper ringraziare perché «l’altra persona è un dono di Dio. E ai doni di Dio si dice grazie». Poi tutti, tutti i giorni, facciamo sbagli, da qui la necessità di chiedere scusa per imparare a riconoscere i nostri errori. «Anche così – ha scherzato il papa – cresce una famiglia perfetta», perché nessuno è perfetto, né la moglie, né il marito, «non parliamo, poi, della suocera perfetta». L’importante è «non finire mai una giornata senza chiedere perdono, e senza che la pace torni» perché è uno dei segreti per far durare un matrimonio. 

Miriam e Marco, sono di Massa Carrara e chiedono al papa qualche consiglio per celebrare bene il loro imminente matrimonio. Il papa distingue tra festa cristiana e festa mondana. Una vera festa è solo quella dove «c’è la sua presenza», la presenza di Gesù come nel matrimonio di Cana dove trasforma l’acqua in vino. I segni esteriori: il banchetto, i fiori, le fotografie «sono importanti solo se sanno indiare la benedizione del Signore sul vostro matrimonio». «Il matrimonio – ha poi, aggiunto – è anche un lavoro artigianale, di tutti i giorni. Il marito ha il compito di fare più donna la moglie, e la moglie il marito. Si cresce in umanità, insieme». È un’opera che viene «dalle vostre mani, dal modo di vivere e di amarsi». Non si risparmia il papa neanche nei saluti e scende dalla papa mobile per salutare i disabili e le tante coppie di fidanzati stipati lungo le transenne.

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